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Yoga per alleviare l’affaticamento e il dolore agli occhi

Yoga per gli occhi, utile per ridurre la stanchezza degli occhi, per rafforzare la vista, principali benefici ed esercizi.

Lo yoga per gli occhi è indicato sia per quanti hanno problematiche legate alla vista come strabismo o miopia, sia per tutti coloro che sentono a fine giornata una sensazione di affaticamento e stanchezza.

Si tratta, in entrambi i casi, di situazioni piuttosto frequenti, legate a fattori genetici e personali ma anche a un uso maggiore dei device digitali negli ultimi anni: pc, smartphone, tablet, tv e via dicendo.

L’esposizione prolungata a questo tipo di schermi influisce non poco sui muscoli oculari e in particolare sui fotorecettori, ovvero i neuroni localizzati sulla retina che comunicano direttamente con il cervello.

Lo yoga rappresenta un valido aiuto per migliorare la vista e regalare un po’ di sollievo ai propri occhi. In questo articolo vediamo in che modo e quali sono gli esercizi più efficaci.

Yoga per gli occhi: funziona?

La conoscenza dello yoga per gli occhi è ancora marginale. Un vero peccato dal momento che si tratta di tecniche in grado di offrire benefici concreti, riducendo la sensazione di stanchezza, affaticamento, persino dolore che interessa i muscoli degli occhi.

In cosa consiste? Si tratta di pratiche di rilassamento a cui vengono abbinati degli esercizi in grado di irrobustire tali fasce muscolari. In questo modo si procede da un lato rafforzando la zona occhi, dall’altro defaticandola.

Molte persone sono scettiche e si chiedono se lo yoga per gli occhi funziona. La risposta è affermativa ma non resta che provare di persona. Pertanto, se si hanno problematiche importanti come un distacco della retina o simili occorre prima consultarsi con il proprio medico.

I benefici specifici che assicura lo yoga per gli occhi sono soprattutto i seguenti:

  • Implemento della forza oculare.
  • Riduzione della pressione degli occhi.
  • Riduzione della sensazione di affaticamento.
  • Maggiore concentrazione quando si utilizzano gli occhi.
  • Migliore messa a fuoco.

3 Esercizi yoga per migliorare la vista

Ti proponiamo di seguito 3 esercizi yoga per migliorare la vista. Ce ne sarebbero in realtà molti altri, che puoi scoprire approfondendo la pratica.

Primo esercizio

  • Mettiti in posizione seduta, incrociando le gambe e mantenendo la schiena dritta.
  • Concentrati sul respiro.
  • Metti il dito l’indice tra le sopracciglia e poi portalo in avanti, sempre concentrandoti sul respiro.
  • Ripeti più volte.

Secondo esercizio

  • Anche in questo caso, mettiti in posizione seduta, incrociando le gambe e mantenendo la schiena dritta.
  • Orienta lo sguardo verso il soffitto.
  • Concentrati sul respiro.
  • Effettua delle rotazioni con gli occhi: a destra, in alto e a sinistra.
  • Torna a guardare verso il soffitto e poi in avanti.
  • Ripeti più volte.
  • Concludi con qualche respiro a occhi chiusi.

Terzo esercizio

  • Siediti sul tappetino.
  • Stendi le braccia davanti a te, facendo in modo che i pollici siano rivolti verso l’alto.
  • Fissa i pollici.
  • Apri le braccia in laterale, senza fretta.
  • Mantieni testa il più possibile ferma.
  • Respira.
  • Ripeti più volte partendo da seduto.

Conclusioni

I benefici che si ottengono con gli esercizi di yoga per gli occhi non interessano unicamente questa parte del corpo. Questo perché lo yoga è una disciplina olistica e in quanto tale agisce sul benessere psico-fisico del corpo, a livello generale.

Pertanto, si ha un particolare giovamento in presenza di situazioni quali stress, ansia, dolori legati al ciclo mestruale e mal di testa.

Yoga per gli occhi e sistema nervoso

Inoltre gli esercizi di yoga con gli occhi servono a riequilibrare il sistema nervoso. Alcuni movimenti infatti vanno ad esercitare un azione diretta sul nervo vago producendo uno stato immediato di profondo rilassamento e ottimizzando non solo la qualità della visione ma anche la chiarezza mentale e di conseguenza quella capacità di concentrazione che sappiamo essere alla base del nostro benessere psico fisico. Provare per credere !!

Tremore Essenziale, con lo Yoga per rilassare il corpo

Il tremore essenziale è un disturbo che condiziona la vita di tutti i giorni, vediamo le cause, i sintomi ed i rimedi di rilassamento con lo Yoga.

La pratica dello yoga ha sempre dimostrato di essere un potente strumento per migliorare il benessere psicofisico della persona e affrontare anche una vasta gamma di patologie.

Dai disturbi dell’umore come stress e ansia, o per aiutare la salute del proprio corpo, sempre più persone si rivolgono a questa attività per ottenere sollievo, guarigione o anche solo semplicemente per arrivare a uno stato di benessere generale ottimale.

Questa millenaria disciplina, infatti, combina movimenti fluidi, respirazione consapevole e meditazione, promuovendo così un rilassamento profondo e un piacevole equilibrio mentale.

Oltre a tutti questi benefici, spesso lo yoga viene usato anche per trovare sollievo da alcune patologie specifiche.

È questo, ad esempio, il caso del tremore essenziale, o tremore posturale, un disturbo neurologico caratterizzato da movimenti involontari ritmici che possono arrivare a incidere molto sulla qualità della vita delle persone che ne soffrono.

Cos’è il tremore essenziale e come si verifica

Il tremore essenziale è un disturbo neurologico caratterizzato da movimenti involontari degli arti o della testa: questo tipo di tremore può variare di intensità e peggiorare con lo stato di stress o eccitazione.

Tra i sintomi, perciò, il più comune è proprio il tremore, che si manifesta soprattutto quando la persona è in attività, come ad esempio durante la scrittura o il sollevamento di oggetti leggeri, mentre scompare nei momenti di riposo come durante il sonno.

L’intensità di questo sintomo può variare molto, andando da movimenti molto leggeri, quasi impercettibili, fino a un’intensità tale da impedire il normale svolgimento delle pratiche quotidiane, andando perciò a incidere sul benessere generale della persona.

Spesso confuso con il Parkinson, questa patologia non ha delle cause ben chiare, ma sembra essere associata a una combinazione di fattori genetici e ambientali.

Usare lo yoga per il tremore essenziale: tecniche di rilassamento

Esistono diversi trattamenti per riuscire a combattere il tremore essenziale, tra questi può rivelarsi estremamente utile anche lo yoga: questa disciplina, infatti, si è sempre dimostrata utile per apportare numerosi benefici, tra cui anche il rilassamento della muscolatura.

Uno dei motivi per cui spesso si usa lo yoga per il tremore essenziale è, inoltre, la sua capacità di ridurre lo stress e favorire la calma interiore. Questo, infatti, può essere un fattore scatenante per i sintomi di questa patologia, e imparare a gestirlo può contribuire a lenire le manifestazioni del disturbo.

Per ottenere i benefici da questa pratica è perciò consigliabile concentrarsi su pose che favoriscono appunto il rilassamento muscolare, come il rilassamento profondo (Savasana), la posizione del bambino (Balasana) e il gatto-mucca.

Infine, si rivelano estremamente utili tutte le tecniche di respirazione, come il respiro profondo e consapevole (Pranayama), efficace a ridurre lo stato d’ansia e a prevenire così i sintomi del tremore cinetico.

Riassumendo

Lo yoga si è sempre rivelato uno strumento molto utile per combattere un gran numero di patologie e per promuovere, in generale, uno stato di benessere psico-fisico.

Tra le patologie che possono ricevere sollievo grazie a questa pratica c’è anche il tremore essenziale, un disturbo neurologico che provoca dei movimenti ripetitivi involontari degli arti o di altre parti del corpo, soprattutto in momenti di forte eccitazione o ansia.

Alcune posizioni specifiche dello yoga possono, infatti, stimolare il rilassamento muscolare, combattendo la sintomatologia del tremore essenziale, mentre la respirazione consapevole e la meditazione possono aiutare e ridurre lo stato d’ansia, spesso fattore scatenante di questa fastidiosa condizione.

Esercizi yoga per le mani – Le mudra

Yoga delle mani, cosa sono i mudra, gesti di saluto, reverenza e celebrazione che ci permettono di ritrovare l’energia ed il benessere interiore.

Quanto usiamo le mani nella vita di tutti i giorni? Se ci fermiamo un attimo a riflettere sulla questione, scopriamo che si tratta di una delle parti più sollecitate dell’organismo. Per mezzo delle noi svolgiamo la maggior parte delle nostre azioni quotidiane, ma non solo, attraverso la gestualità delle mani noi esprimiamo anche le nostre emozioni, lo stato d’animo che ci attraversa in un determinato momento.

Le sequenze di yoga per le mani che si possono inserire all’interno della pratica sono molteplici e non andrebbero mai trascurate, poiché rappresentano qualcosa di fondamentale tanto nelle posizioni dinamiche che in quelle dedicate alla meditazione.

Gli esercizi di yoga per le mani caratteristici dello yoga sono soprattutto i mudra, dei gesti dal forte valore simbolico che aiutano a facilitare il flusso di energia, favorendo il rilassamento e la concentrazione nonché preparando alle posizioni più intense.

In questo articolo vi portiamo alla scoperta dei mudra, andando a vedere quali sono quelli che non possono mancare all’interno di una seduta di yoga, di meditazione e non solo.

L’origine dei mudra

La parola mudra è di origine sanscrita e può essere tradotta come “sigillo”, “gesto”, “segno”. Seppur in italiano risulti declinata al maschile, nella lingua madre è al femminile: anche se si dice comunemente “i mudra” sarebbe più corretto usare “le mudra”.

Da dove prendono forma, quindi, questi gesti così antichi? Le testimonianze storiche giunte fino a noi si riallacciano all’India di oltre 5000 anni or sono, in un contesto quale la cultura vedica e lo sciamanesimo.

I mudra erano adoperati durante particolari cerimoniali sacri dai bramini, i quali li usavano per invocare l’energia del Cielo e della Terra insieme, nell’ottica di raggiungere benefici tanto spirituali che materiali.

Non solo. I mudra sono tipici ancora oggi delle danze indiane, dove donano una particolare armonia ai movimenti del corpo.

Yoga per le mani: le mudra oggi e alcuni esercizi

I mudra sono esplicitati in relazione alle divinità associate ai cinque elementi naturali. Si tratta di esercizi di yoga con le dita che hanno come scopo quello di diffondere le energie dal punto di vista psicofisico e spirituale.

Lo fanno tramite le nadi, dei canali energetici che hanno come terminazione finale il punto ultimo delle dita delle mani. Ogni dito viene associato a un’energia: ad esempio, l’anulare ha come elemento di riferimento la terra ed esprime una sensazione di solidità, radicamento.

Vediamo di seguito tre esercizi di yoga per le mani che non possono mancare all’interno della pratica:

  • Gyan Mudra. L’indice e il pollice si uniscono tra loro, mentre le altre dita stanno completamente rilassate. Questo mudra è il più famoso, il più amato dal Buddha, nonché quello maggiormente adoperato in assoluto, simbolo di saggezza, consapevolezza ed estensione dell’Io.
  • Surya Ravi Mudra. In questa posizione l’anulare si congiunge dolcemente con il pollice, mentre le altre dita stanno rilassate, un poco sollevate. Si tratta di un gesto utile a concentrarsi e a incanalare un’energia di cambiamento positivo.
  • Dhyani Mudra. Il dorso della mano sinistra va ad appoggiarsi sopra la mano destra; anche i due pollici si toccano e le dita sono rilassate. Le mani vanno posizionate in grembo. Il significato di questo mudra è quello di sigillo, nella meditazione, dove aiuta a liberare da ansia e stress, calmando la mente.

Conclusioni

I mudra che abbiamo citato rappresentano soltanto un esempio di yoga per le mani: ci sarebbe molto altro ancora da dire.

Tali esercizi andrebbero fatti sia all’inizio che nella parte finale della pratica, in maniera tale da rilassare e donare una maggiore apertura alla mente, così da ottimizzare i diversi benefici dello yoga.

Lo Yoga come rimedio per l’intestino pigro

Lo Yoga permette di risolvere problemi di intestino pigro, gonfiore intestinale ed una cattiva digestione con posture per alleviare la costipazione.

Negli ultimi anni, sempre più persone si sono avvicinate allo yoga come forma di attività fisica e per la gestione dello stress, ma in pochi sanno che questa pratica può anche essere di estremo aiuto per i disturbi intestinali come l’intestino pigro.

Questa condizione è caratterizzata da una ridotta e difficoltosa frequenza di evacuazioni, che nel lungo tempo può portare anche a gonfiore, sensazione di pesantezza, nausea e altri disturbi intestinali che possono influire sulla qualità della vita.

Fortunatamente, lo yoga offre una serie di posture e movimenti che aiutano ad alleviare questi sintomi, grazie a una miglioria della circolazione sanguigna e una maggiore attività del sistema digestivo.

In che modo lo yoga può aiutare contro la stitichezza

Lo yoga offre sicuramente molti benefici sia sulla mente, che sul corpo. Risulta, quindi, essere un rimedio molto efficace anche contro i problemi intestinali, con specifici esercizi yoga per intestino pigro.

Questo è dovuto perché questa pratica è in grado di stimolare diversi meccanismi del nostro corpo, tra cui:

  • Migliora la circolazione sanguigna, attraverso una serie di posture che stimolano i muscoli e i tessuti dell’addome e del bacino. Favorendo la circolazione sanguigna, si promuove una migliore digestione e si combatte efficacemente la stitichezza.
  • Stimola il sistema digestivo, attraverso la compressione e il rilascio degli organi dell’addome. Questo favorisce la peristalsi intestinale e aumenta la produzione di bile.
  • Riduce lo stress, che spesso è una delle cause principali dei problemi intestinali.
  • Aumenta la consapevolezza corporea, così da aiutare a riconoscere i segnali di fame e sazietà, per evitare di mangiare troppo o troppo poco, e prevenire la stitichezza.

Esempi di posizioni yoga per intestino pigro

Lo yoga è in grado di migliorare la salute dell’intestino nella sua pratica, grazie ai benefici che comporta, ma esistono comunque alcune specifiche posizioni yoga per intestino pigro, in grado di concentrare i suoi benefici proprio su quell’aspetto.

Una di queste è la posizione del cobra: distesi a pancia in giù, si solleva il torace e la testa, mantenendo le braccia distese a terra. Questa posizione favorisce la stimolazione dei muscoli dell’addome e del bacino, prevenendo così la costipazione.

Un’altra posizione molto utilizzata è quella del bambino: in ginocchio, si allunga il braccio verso l’alto, piegando il busto in avanti e appoggiando la fronte a terra. Anche in questo caso, si tratta di un esercizio specifico per la stimolazione dell’addome e del bacino.

Una terza posizione yoga per la stitichezza è anche quella della montagna: in piedi, si allineano i piedi all’altezza dei fianchi, si allunga la colonna vertebrale e si sollevano le braccia sopra la testa. Questa posizione, nello specifico, aiuta la circolazione e stimola, perciò, la buona digestione.

Infine, tutte le posizioni invertite come ad esempio sarvangasana permettono di migliorare non solo la circolazione ma anche di stimolare il fuoco gastrico favorendo l’eliminazione delle tossine e dei ristagni della zona addominale.

In conclusione

Lo yoga è una pratica utile per moltissimi bisogni sia fisici che psicologici, e tra questi risulta essere un buon rimedio anche per l’intestino pigro, la stitichezza e il gonfiore intestinale.

È in grado infatti di migliorare la circolazione sanguigna, eliminare lo stress (spesso causa della stitichezza), di aumentare la consapevolezza del proprio corpo, migliorare la produzione di bile e le capacità digestive in generale.

considerato che molti disturbi sono di origine psicosomatica e che notoriamente il nostro intestino viene definito il nostro secondo cervello, la pratica dello yoga insieme ad una alimentazione adeguata può davvero considerarsi la chiave di volta per aiutarci nella risoluzione di molti problemi derivanti da sindromi intestinali.

Esistono, inoltre, posizioni specifiche che possono stimolare i muscoli dell’intestino e migliorare la digestione. In caso, quindi, si soffra di questi problemi, potrebbe essere un ottimo rimedio includere questa pratica nella propria routine quotidiana, per ritrovare un proprio equilibrio e il benessere nella sua completezza.

Le principali tecniche di meditazione

Le principali tecniche di meditazione

Sono molte le tecniche di meditazione, impara a conoscerle per comprenderne tutti i punti di forza e ciò che è più adatto a te, impara correttamente a meditare.

La meditazione è una parte fondamentale dello yoga ed è considerata da molti maestri il fulcro di una disciplina che è anche una filosofia (e non una religione come alcune persone sono solite pensare).

In questo articolo vi proponiamo una carrellata sulle principali tecniche di meditazione yoga, diverse a seconda dello stile e della pratica che si va a fare.

Tecniche di meditazione yoga: a cosa servono?

Per chi inizia a fare yoga se c’è una cosa che risulta difficile è meditare. Il motivo è da ricercare nel fatto che ci si trova il più delle volte in una posizione statica, con la necessità di stare con la schiena diritta o comunque comodi, ma soprattutto concentrati.

Il problema è che tenere ferma la mente è tutt’altro che semplice: sono molteplici i tranelli che ci riserva ed è qualcosa che è necessario imparare ad accettare. L’ideale è partire con gli asana, la parte “fisica” della disciplina, attraverso i quali la persona ha modo di sviluppare meglio la muscolatura, che, una volta sul cuscino sosterrà la sua schiena senza disagio, e imparare a concentrarsi grazie alle posizioni di equilibrio.

Gradualmente il corpo fisico deve diventare il luogo di riposo della mente, solo allora sarà possibile meditare e dimorare nel silenzio.

Anche la meditazione può essere inserita, a piccoli passi, fin da subito. Il momento migliore è alla fine della pratica, dopo il rilassamento finale, fatto in shavasana o in qualsiasi altra posizione risulti ristorativa.

A cosa servono le principali tecniche di meditazione? In realtà, a più di un obiettivo, vediamone insieme alcuni in modo molto semplicistico e solo a titolo di esempio:

 

  • Imparare a sentire il respiro e a concentrarsi.
  • Aiutano a sbloccare i chakra, permettendo di riequilibrare il sistema energetico e risvegliando così il potenziale dell’individuo.
  • Consentono di rilassarsi in profondità.

Ma alla fine la meditazione è quel viaggio all’interno di noi stessi, per scoprire chi siamo realmente al di là dei nostri processi identificativi e al di là persino del nostro stesso nome. E’ ricondurre la mente ordinaria alla sua natura essenziale fatta di calma, di quiete di silenzio e di gioia.

Ogni meditazione porta a raggiungere, solo apparentemente, qualcosa di diverso, in realtà vogliono accompagnarci tutte a restare nel momento presente e ad accettare la nostra realtà, e trovare le tecniche più adatte al proprio percorso è importante, per molte persone anche a livello spirituale. Ma non perdiamo altro tempo, scopriamo insieme le tipologie di meditazione più diffuse!

Tecniche di meditazione: ecco le più diffuse

Ogni meditazione su cui ci soffermiamo meriterebbe un approfondimento: quella che vi proponiamo vuole essere soltanto una breve panoramica ed è comunque da considerarsi parziale.

Tecniche di meditazione zen

Partiamo dalle tecniche di meditazione zen, la cui storia prende forma dalla cultura indiana del VI secolo. Si tratta di pratiche da svolgere seduti a gambe incrociate il cui scopo è soprattutto collegare la mente al respiro. I benefici sono soprattutto in termini di consapevolezza, autocontrollo e capacità di osservazione.

Quella cui abbiamo accennato è la tecnica nota come Zazen, ma non è la sola all’interno dello zen, ampiamente diffuso in Cina e in Giappone. Un altro metodo, questa volta più dinamico, è quello Kin-hin ed è da fare mentre si cammina, preferibilmente nella natura. Aiuta ad apprendere il massimo dallo stato meditativo così da portarlo nella quotidianità.

Tecniche di meditazione e rilassamento

Sono davvero tanti nello yoga gli esercizi e le tecniche di rilassamento. Per quanto riguarda la meditazione, una delle più comuni è quella nota come Mindfulness. Essa prende forma a sua volta da un’altra tecnica: la meditazione vipassana, incentrata sulla consapevolezza del respiro.

La meditazione mindfulness si è diffusa dagli anni Settanta ed è di stampo occidentale. I suoi concetti cardine sono: osservazione, sospensione del giudizio, concentrazione sul presente, trasparenza per quanto riguarda le emozioni.

Conclusioni

Sono davvero tante le tecniche di meditazione che si trovano all’interno dello yoga. Tra le altre segnaliamo la meditazione Ho’oponopono di origine hawaiana, la meditazione kundalini che agisce sui chakra e la meditazione dinamica.

Il nostro consiglio? Quello di provarne diverse, in modo da avere un bagaglio prezioso a cui poter attingere in base al momento che si attraversa e ai bisogni che porta con sé

Le tecniche di meditazione sono utili all’inizio, perché consentono di disciplinare la mente educando l’attenzione ma, a mano a mano che la nostra capacità di concentrazione si approfondisce dovremmo essere in grado di restare in compagnia del solo respiro e più avanti del solo silenzio.