Come conseguire con lo yoga una mente sana e positiva – la gratitudine
Il modo in cui rivolgiamo la nostra attenzione alla vita cambia completamente il nostro umore. La maggior parte della nostre afflizioni e la nostra scontentezza trae origine dai nostri desideri e dall’esigenza di un loro continuo soddisfacimento.
Il risultato è quello di vivere in una condizione di costante carenza, di povertà. Un senso di mancanza che non ci fa sentire appagati e ci rende scontenti
E questo è il problema.
Aparigraha l’ultimo dei 5 yama degli yoga sutra di Patanjali letteralmente – il non possedere, la non avidità- indica molto bene i presupposti di questa mancanza di appagamento con la quale coloriamo la nostra vita. Nello stesso tempo, se sappiamo interpretarlo, contiene già al suo interno anche la possibile risoluzione: poter scegliere fra la gratitudine e l’insoddisfazione.
L’importanza delle pause di ritenzione del respiro nello Yoga
Perché praticare Yoga? Attraverso la sua pratica e le tecniche di pranayama possiamo imparare a rimanere vuoti, per governare la nostra mente e a riconoscere così l’importanza delle tante piccole cose che già possediamo, senza farci invadere dal desiderio di ottenere ciò che desideriamo e non abbiamo, ma lasciando andare tutto ciò che è di eccesso.
Imparare poi a discriminare ciò che è importante e necessario da ciò che è superfluo, ci consente di sperimentare una qualità indispensabile per il nostro benessere: la leggerezza.
Quando guardiamo alla nostra vita con una visione più aperta, siamo in grado di riconoscere la fortuna, non più così scontata di essere vivi, e sperimentiamo il sentimento della gratitudine.
La gratitudine è un sentimento, è una vibrazione, forse la più alta che possiamo provare e rappresenta il più alto modo di vivere, perché quando siamo grati onoriamo la nostra vita e questa a sua volta, elargirà tutto il meglio per la nostra esistenza per renderci sereni e felici.
Gratitudine deriva dalla grazia e andare verso la grazia significa essere riconoscenti: quella pulsione che ci induce in modo spontaneo, a sollevare lo sguardo dalla terra per guardare il cielo sopra di noi.
Nella pratica questa modalità di insoddisfazione e di bramosia si traduce molto bene attraverso una grande tensione nel corpo a partire dalle mani e dagli occhi. La tensione spesso inconsapevole delle mani esprime questa tendenza ad afferrare, a trattenere, la bramosia, la difficoltà a lasciare andare. Allo stesso modo, la tensione degli occhi esprime spesso uno sforzo, una bramosia ad afferrare le immagini legate alle nostre costruzioni mentali .
La pratica dello yoga ci accompagna all’osservazione di queste tensioni, alla loro interpretazione cosciente e ci fornisce gli strumenti per la loro trasformazione.
Per concludere
A cosa serve lo yoga? Oltre a molti altri benefici, attraverso la pratica dello yoga scopriamo, a volte con un certo stupore, di quanto la vita sia molto più semplice di quanto pensiamo e di quanto sia già tutto in nostro possesso per sentirci realmente appagati.
Accade così che scopriamo il valore della semplicità. La semplicità è sempre sinonimo di leggerezza e di felicità perché è la chiave della nostra serenità interiore.