G-0SH1LCE1Y9

Milarepa | Yoga Time Livorno

Milarepa

Il 4 agosto presso l’arena estiva di Villa Fabbricotti ha avuto luogo l’evento tra cinema e spiritualità con la proiezione del film “Milarepa” del regista @Louis Nero e la meditazione finale guidata da me e @Simonetta Garzelli di Alma Gaia.

L’evento ha registrato una numerosissima partecipazione.  Purtroppo, considerati i tempi ristretti non è stato possibile salutare e ringraziare tutti i presenti né tanto meno creare uno spazio di utile condivisione alla fine del film.

Colgo l’occasione per farlo adesso, ringraziando in primo luogo l’amica e collega Simonetta per l’energia profusa nell’organizzazione dell’evento e a seguire ogni singola persona che ha voluto esserci e sostenerci.

A qualche giorno di distanza dall’evento ancora mi risuonano contenuti ed immagini e si fanno spazio alcune considerazioni.

In un tempo, il nostro, in cui tutto guarda fuori, indubbiamente lo scopo primario di quest’opera è quella di riaccompagnarci a guardarci dentro nella ricerca di un equilibrio fra ciò che vediamo e ciò che più intimamente sentiamo.

Il linguaggio per immagini arriva al nostro interno in modo potenzialmente diverso rispetto al linguaggio verbale.  Personalmente trovo che l’immagine agisca attraverso un processo inverso alla parola: colpisce con totale immediatezza, quasi ci sorprende, tant’è che a volte sobbalziamo; sfugge alla consueta modalità di afferrare un contenuto per assoggettarlo ad un’interpretazione meramente razionale; arriva a risuonare con il nostro interno, si interfaccia con i nostri ricordi, con il nostro vissuto fino ad evocare in noi sensazioni intime e talvolta di riconoscimento.

Pensiamo solo ai nostri sogni…

Parlando poi con alcune persone, ho avuto modo di accorgermi, quanto il gradimento dell’opera fosse maggiore in chi conosceva niente o poco del mistico Milarepa e altrettanto del film degli anni 70 della Liliana Cavani, rispetto invece a coloro che conoscevano bene entrambi.

La nostra mente lavora essenzialmente per “associazioni di idee”, un processo automatico importante per la memoria e per la comprensione della nostra realtà e del mondo che ci circonda, ma che può tuttavia diventare un limite se confiniamo la nostra conoscenza unicamente a ciò che ci è noto senza aprirci a prospettive diverse.

Quella che ci viene presentata è la figura di Milarepa in una veste più contemporanea seppur le dinamiche esistenziali quali la sofferenza e la ricerca della redenzione, restino comunque le più antiche e insieme le più comuni.

Il film naturalmente non fila liscio in tutte le sue parti, per certi aspetti sfugge ad ogni aspettativa, ad una logica, per altri lascia dubbi e perplessità, ma, forse, proprio per questo perché’ tutto ciò che appare non è così scontato, questo può portarci ad interrogarci e a meditare su quale sia la nostra verità.

In questo contesto, avanzo una personale ipotesi ovvero che forse il tentativo più audace del regista attraverso l’opera sia proprio quello di trasportarci al di là dei contenuti di una storia già conosciuta, al di là di modelli predefiniti al di là di ogni possibile aspettativa, per restituirci a tutto il valore simbolico che corre lungo tutta la sua rappresentazione.

Un invito al guardare con uno sguardo nuovo e la mente totalmente aperta, senza pregiudizio. Perché quando apriamo il nostro sguardo la mente si apre a cogliere il mondo delle infinite possibilità che la vita ci offre.

Voi cosa ne pensate?