La posizione del gatto nello yoga è una postura semplice ed efficace che può migliorare la flessibilità, la respirazione e la postura.
La posizione del gatto è una delle asana più conosciute sia per chi pratica yoga da tempo ma anche per coloro che si approcciano per la prima volta.
Il nome in sanscrito è Marjariasana, una parola composta dove Marjaria significa appunto gatto e asana posizione. Il nome non è scelto casualmente: l’esercizio ricorda proprio un felino che si stiracchia.
È importante chiarire però che si tratta di una postura statica in cui la schiena si inarca verso l’alto e il mento si rivolge verso il petto. La posizione dinamica corrispettiva è, infatti, Bitilasana o posizione della mucca.
A cosa serve la posizione del gatto nello yoga
Pur essendo di per sé piuttosto semplice nell’esecuzione, Marjariasana offre numerosi benefici, contribuendo a rilassare e riscaldare la colonna vertebrale, migliorare la flessibilità e preparare il corpo per sfide più avanzate, come ad esempio l’equilibrio sulle mani.
Entrando più nel dettaglio, contribuisce al massaggio e al tonificamento della parte bassa dell’addome, apportando un particolare giovamento all’apparato digerente, all’intestino e consentendo un’inspirazione più profonda.
Si tratta di un’asana consigliata per affrontare il mal di schiena e il mal di testa, grazie al suo effetto altamente rilassante. Questo può essere particolarmente utile quando il mal di testa è causato da tensioni muscolari o emotive che interessano spalle, collo o la zona dorsale.
La posizione è altresì efficace nel migliorare la postura, riducendo progressivamente i dolori alla schiena causati da una postura scorretta.
Si consiglia di praticare Marjariasana soprattutto al mattino, per stimolare la corretta mobilità della colonna vertebrale dopo il riposo notturno. È infatti considerata una delle posizioni ideali per iniziare la giornata con energia.
Come fare la posizione del gatto in modo corretto
Si parte a quattro zampe: le mani devono essere posizionate sotto le spalle e alla medesima larghezza, mentre le ginocchia devono trovarsi sotto il bacino e alla stessa larghezza dei fianchi. La testa deve rimanere in posizione neutra.
Il peso del corpo va distribuito uniformemente tra le gambe e le braccia. È possibile che inizialmente risulti complesso: tale consapevolezza corporea si svilupperà con il tempo, diventando un aspetto naturale della pratica. Una delle tante cose da ricordare, infatti, è che lo yoga è pazienza!
Dopo aver assunto la corretta posizione, inspirando profondamente, iniziare ad inarcare la schiena verso il basso, sollevando contemporaneamente il busto e alzando il mento, dirigendo lo sguardo verso l’alto.
Nel momento dell’espirazione, raddrizzare la schiena e sollevare la parte centrale della spina dorsale, immaginando di formare una sorta di “gobba”. Contemporaneamente, inclinare la testa verso il basso, portando il mento verso il collo e cercando di focalizzare lo sguardo sull’ombelico.
La posizione si conclude in questo modo, e si può procedere a ripetere il movimento.
Conclusioni
In questo articolo ci siamo soffermati sulla posizione del gatto nello yoga rappresenta una delle asana fondamentali, indicata per aumentare la flessibilità della schiena (e non solo, come abbiamo avuto modo di vedere).
Come in tutti gli esercizi, è essenziale prestare attenzione ai possibili rischi, specialmente nel caso di gravidanza o in presenza di lesioni alla colonna. Per praticare yoga è necessario essere seguiti da insegnanti qualificati ed esperti, così da trarre i maggiori benefici possibili.