Osservo questo squarcio di fine estate sul fascino mutevole di un tempo che avanza:
una luce diversa, più luminosa più trasparente, quasi un invito a non sorvolare ma a soffermare meglio lo sguardo, intanto, anche il frastuono estivo si assopisce, lentamente richiamato all’interno di spazi di maggiore riposo.
Adesso, come quasi sempre accade nei tempi di mezzo, è facile sentir risalire una certa malinconia per ciò che è stato e una certa incertezza per ciò che verrà;
Allora penso alla difficoltà che ogni volta incontriamo nel concederci una pausa fra un respiro e l’altro e a quanto in quella pausa, possiamo ritrovare tutti noi stessi;
È tempo di andare oltre la nostra paura oltre i nostri pensieri così destabilizzanti ma con i quali coloriamo noi stessi e la nostra realtà;
È tempo di fermarsi, trovare uno spazio solitario dove poter osservare ed osservarsi;
Allora vi accorgerete che ciò che avete osservato fino a quel momento, tutto ciò che avete pensato di aver guardato e riconosciuto, in realtà,’ non lo avevate realmente visto: del resto, il primo passo per il risveglio è cambiare lo sguardo sul mondo.
In quel luogo, dove il rumore intorno è ora smorzato, siete nella condizione di ascoltare il solo frastuono che è ancora dentro di voi ed iniziare il cammino verso il vostro luogo di pace;
Ovunque voi siate respirate: non esiste atto più intimo del vostro respiro. Il respiro parla di voi e non esiste occasione più generosa per riempire di luce e di gioia la vostra vita;
Respirate profondamente accorgendovi cosa accade alla vostra realtà percettiva, un respiro dopo l’altro: guardate l’opacizzarsi del contenuto dei vostri pensieri, il risalire lento dei vostri sensi assopiti, lasciateli ora riposare nella bellezza che è intorno a voi e lasciatevi attrarre da quel luogo di grazia che è dentro di voi.
È quando la mente si placa che il miracolo accade.
Vi aspetto con gioia e gratitudine.