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La pratica non va in vacanza

Agosto: mese indiscusso di ferie, divertimento, ma anche di ricarica.

Così anche noi, almeno in parte, ci prendiamo una pausa, per ripartire dal prossimo e tuttavia vicinissimo settembre con nuova lena e maggiore energia.

Questo breve periodo in cui il centro rimarrà chiuso, sarà l’occasione per fare qualche piccolo intervento di restyling e per organizzare al meglio i programmi e il calendario delle lezioni.

Tuttavia come si suol dire: “la pratica non va in vacanza” e continueremo a sostenervi ancora per tutto il periodo estivo con le nostre pratiche in esterna e che sono consultabili presso il nostro sito www.yogatime.it e le nostre pagine Facebook.

Inutile dire che anche quest’anno non è stato un anno semplice sotto molti aspetti: a partire dalle scelte adottate a fronte delle disposizioni governative emanate, all’impegno profuso per venire incontro alle vostre necessità e, non ultime, a quelle per restare in piedi con la nostra attività.

Per questo desideriamo ringraziare tutti voi della vostra presenza, per la fiducia accordata e rinnovata a noi insegnanti. Ma, soprattutto, per il segnale che ci restituite attraverso il vostro impegno costante, la vostra voglia di esserci sempre e comunque al di là delle difficoltà.

Avere la possibilità di continuare a condividere i vostri progressi, le vostre emozioni, i vostri sorrisi alla fine di ogni lezione, credo sia l’incoraggiamento e il nutrimento più importante che un insegnante possa ricevere.

I corsi “in sede” riprenderanno con la prima settimana di settembre, con qualche modifica ed anche con qualche bella novità. Tuttavia per far fronte alle già numerose richieste di informazioni la segreteria sarà a vostra disposizione da mercoledì 24 agosto con i seguenti orari:

LUNEDÌ – MARTEDÌ – GIOVEDÌ   10.00 – 12.30
LUNEDÌ – MERCOLEDÌ – VENERDÌ   16.00 – 19.30

Oppure su appuntamento al 0586.951914 – 347.5767573

Sarà l’occasione ideale per conoscerci personalmente e in piena tranquillità, prendere visione dell’ ampio e molto particolare ambiente, prenotare le prove gratuite e senza impegno di tutte le attività proposte e trovare così la soluzione che meglio si adatta alle vostre necessità.

Vi aspettiamo !!!

Meditazione analitica

“Ciò che cambia qualsiasi evento è il modo in cui la nostra mente lo elabora, l’addestramento mentale ci aiuta ad interpretare in modo corretto gli eventi che fioriscono intorno a noi: questo cambierà la nostra reazione e lo stato d’animo che ne scaturirà.

La meditazione analitica è uno degli strumenti che riescono a farci vivere la nostra vita in modo sereno ed armonioso.” A. Ciampa Tashi

Vi aspettiamo sabato 23 aprile dalle 16.00 alle 19.00

All’evento possono partecipare anche persone che non sono state presenti ai precedenti incontri.
Ideale per chi desidera cominciare a praticare la meditazione ed ottimo per chi ha già familiarità con la pratica.

IL SENSO DELLA PRATICA

OGNI QUAL VOLTA, ALLA FINE DELLA PRATICA, SI AFFACCIA UNO SPIRAGLIO SULLA NOSTRA CONSAPEVOLEZZA, STA A NOI SE RICHIUDERE LA PORTA OPPURE APRIRLA E FARE ENTRARE LA LUCE.

Elisabetta

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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#coscienza#insigth#respiro#classiindividuali#oncologici#serenità.

Meditare in tempo di guerra

Pensando a questa guerra.

Nella guerra siamo tutti perdenti, anche coloro che non la combattono o pensano di non restarne coinvolti.

C’è un senso profondo di inadeguatezza in tutto il genere umano. Una sbafatura orrenda tra ciò che riteniamo o conclamiamo di essere e ciò che realmente siamo o siamo diventati.

Lo stato di pace non si mantiene automaticamente ma è nostra responsabilità.

Dentro di noi e fuori di noi abitano costantemente fazioni separate, alcune tifano per la pace altre per la guerra e spostare l’asse della bilancia più su un lato rispetto all’altro è il nostro impegno per la vita.

Ripartire da noi

Allora pensando alla guerra mi chiedo quanta pace io sia in grado di generare e preservare al mio interno.

Mi chiedo se sono in grado di riconoscere quanta violenza ci possa essere nei miei pensieri prima ancora che nelle mie parole e poi nelle mie azioni.

Mi chiedo quanto sia disposta a guardare agli effetti collaterali di pensieri parole azioni originati da desideri di supremazia, di rivalità, dalla smania di possesso, dall’intolleranza e ancora e ancora.

Mi chiedo quanto sia disposta a sostituire dentro di me pensieri di guerra con pensieri di pace, accogliendomi in tutte le sfaccettature diverse e meno luminose del mio essere e abbracciando così il mio più temibile nemico.

E allora, strada facendo mi viene da interrogarmi sulla vita per quello che è, senza dover aggiungere o togliere niente ma così, come tanto generosamente mi è stata donata.

La meditazione come cura

La meditazione non ci assopisce, non ci estranea dalla realtà, non è quello lo scopo. Quando sediamo siamo chiamati a tuffarci nel nostro mondo interiore senza tapparci il naso, ma con uno sguardo sveglio, aperto e privo di filtri.

Ho sempre pensato che per meditare ci voglia coraggio. Predisporsi all’ascolto per incontrare sé stessi per quello che siamo, senza più raccontarsi niente, non è mai cosa semplice e banale. Quando ci sediamo, poco alla volta, ci apriamo alla possibilità di abbracciare tutto di noi anche le parti più oscure, violente, spiacevoli.

Nell’abbandono del giudizio e della riluttanza deponiamo le armi e nella resa incondizionata a noi stessi diventiamo finalmente uno strumento di tolleranza, uno strumento di pace.

Allenarsi alla pace

Diventare esseri pacifici richiede allenamento ed intento. Allenarsi significa stabilire, poco per volta, una relazione privata con la propria pratica, per tornare a quel rapporto di intimità con se stessi da cui potersi osservare per quello che siamo.

Durante i miei corsi chiedo alle persone di tenere un quaderno dove poter annotare le loro esperienze: le comprensioni non più ragionate, le intuizioni che emergono spontaneamente durante la pratica, non vengono perse ma restano una porta aperta da dove ripartire ogni volta per trasformare con gradualità i processi mentali.

Alla pace ci si allena passo dopo passo : tornare a guardare se stessi in trasparenza supera i limiti rigidi delle nostre convinzioni, apre la strada alla morbidezza e alla comprensione di una necessaria co-responsabilità nei nostri confronti e verso tutta l’umanità.

Piccola riflessione spontanea

Piccola riflessione spontanea

Questo breve scritto nasce solo da una riflessione personale: spero che possiate trovare il tempo e la voglia di leggerlo per condividere non solo ciò che ormai rappresenta un pensiero e una preoccupazione comune, ma anche per illuminare le strategie e le risorse già in nostro possesso per poterle trasformare.

Ormai da due anni questa pandemia, con tutto ciò che ne consegue, ci ha messo a dura prova modificando profondamente le nostre abitudini e limitando tutto ciò che ritenevamo ormai come acquisito. Assistiamo ad atteggiamenti di grande chiusura, di discriminazione, di incertezza, e purtroppo talvolta a profusioni di rabbia e di cattiveria: tutte espressioni, in sostanza, di una grande sofferenza.

Una delle maggiori difficoltà del genere umano è determinata proprio dalla paura del cambiamento. Ma , a guardar bene, la certezza più importante che abbiamo e’ che tutto nella vita è impermanente, che tutto cambia e si modifica, e che il malessere maggiore può nascere proprio dall’osteggiare questo inevitabile processo.

Probabilmente anche quando saremo usciti, finalmente, da questo periodo, niente tornerà come era prima, anche noi, probabilmente, non saremo più gli stessi di prima, né migliori né peggiori. Voglio credere che, una volta riconosciuta e lasciata andare asmita, in questo caso l’illusione di poter tornare a ripercorrere tutto ciò che rappresenta ormai il nostro passato, se ne possa uscire diversi perché arricchiti di una maggiore presa di coscienza rispetto al valore e al significato della vita.

Forse ci siamo confusi a tal punto da aver perso un po’ il senso di questo nostro passaggio terreno.

In questo contesto appare sempre più evidente l’importanza del praticare: lo yoga ci consente di rinforzare le nostre fondamenta per mantenerci stabili di fronte agli eventi anche i più difficili, nello stesso tempo ci mette anche a disposizione tutti gli strumenti necessari per imparare a mantenerci coraggiosi, fluidi e propositivi e tornare così protagonisti attivi della nostra esistenza.

Lo yoga ci fa riscoprire la bellezza che siamo, ci toglie, se lo vogliamo, gli abiti della paura, della consuetudine, della rigidità, per svelarci a quel rapporto di stupefacente intimità con l’essenza che siamo, ci nutre della nostra verità, della consapevolezza della sorgente da cui veniamo e che origina tutto ciò che è.

Lo yoga è un’ arte e come l’artista che dipinge la sua tela trasferendo attraverso il pennello il suo sentimento la sua intuizione estetica ed estatica così lo yoghin arriva a plasmare il suo corpo con tutta la forza del suo mondo interiore.

Da pochi giorni un grande maestro spirituale a livello globale ha lasciato il suo corpo fisico: Tich Nath Hanh.

Al di la del cordoglio unanime per una perdita così importante, ma che di fatto non esiste, perché l’essenza di questo maestro continuerà a vivere tra di noi e nelle pagine dei tanti testi che ci ha lasciato, credo che il maggiore tributo che possiamo rendergli onorando il suo passaggio terreno sia cercare di raccogliere la sua “eredita’” e cercare di renderla vitale “ad ogni nostro passo “.

Thay un monaco e prima ancora un uomo coraggioso che e’ riuscito con determinazione ad andare oltre ogni sofferenza, anche quella della guerra. Ha celebrato instancabilmente la sacralità della vita in ogni sua forma, mantenendo chiaro come obbiettivo, la ricerca della pace. Una pace che suggerisce di cercare prima di tutto al nostro interno, nella gentilezza del nostro cuore, verso noi stessi, fra di noi e poi in tutto il mondo, guardando l’altro come parte di se.

Pertanto come sempre l’invito è quello di continuare a srotolare, tutte le volte che potete, il vostro tappetino, rivolgere l’attenzione a voi stessi con la maggiore tenerezza possibile e ricreare al vostro interno un tempio di calma e stabilità. Un invito a colmare la solitudine risanando sempre la distanza che, prima di tutto, vi separa da voi stessi; un invito a restare nel flusso meditativo affinando le percezioni sottili e con quelle, come un nettare, nutrire la vostra mente, renderla forte, calma e cordiale. In una parola trasformata e trasformante.