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Filosofia yoga: cosa significa e come metterla in pratica

La filosofia dello yoga, dalle sue origini ai suoi principi, fino ai benefici che può apportare alla tua vita e come metterla in pratica.

Ha senso parlare di filosofia dello yoga? La risposta non può che essere affermativa dal momento che in ogni gesto che si compie durante la pratica c’è dietro una storia millenaria.

Teoria e pratica vanno insieme nello yoga. In questo articolo analizziamo perché, proponendo una panoramica dei principi che ne stanno alla base e soffermandoci sulle sue origini. Ricordiamo che questi brevi articoli hanno un intento semplicemente divulgativo, rispetto ad un argomento che, nella fattispecie, meriterebbe un ben più ampio e dettagliato approfondimento.  

Quali sono i principi base dello yoga

La filosofia yoga è molto più del semplice stare sul tappetino ed eseguire posizioni più o meno complesse. Lo dimostra il pensiero dello Yoga Sutra di Patanjali, che racchiude quelli che potremmo considerare come i principi dello yoga. Il celebre Maestro individua un percorso che si basa su otto stadi o rami, ovvero:

 

  1. Principi morali ed etici aventi valenza universale: Yama.
  2. Principi guida a livello personale: Niyama.
  3. Posizioni: Asana.
  4. Gestione del respiro: Pranayama.
  5. Gestione dei sensi: Pratyahara.
  6. Concentrazione: Dharana.
  7. Meditazione: Dhyana.
  8. Grazia, contemplazione: Samadhi.

 

La filosofia dello yoga è da intendere come una sorta di bussola che aiuta a trovare la direzione più giusta per la persona in armonia con ciò che la circonda e nel rispetto di sé stesso e dell’altro. Qualcosa che entra in campo nelle situazioni più semplici, ma anche in quelle più delicate e complesse, e che riguarda l’individuo molto da vicino.

La filosofia dello yoga è sostanzialmente un vademecum da perseguire qualora si voglia vivere una vita piena, rilassata e gioiosa.

Considerando che la nostra vita non sempre scorre senza problemi ed afflizioni,

negli Yoga Sutra di Patanjali, il testo appunto più rappresentativa della filosofia yogica, possiamo trovare delle autentiche perle di saggezza che, se vogliamo, ci consentono di gestire al meglio anche i momenti più difficili.   Per questo la filosofia dello yoga è da considerarsi ancora oggi di una modernità assoluta.

Che cosa insegna lo yoga

Per capire che cos’è lo yoga è importante conoscere “come si scrive yoga”, o meglio, cosa significa. Il termine deriva dal sanscrito “Yug” e può essere tradotto in italiano con l’espressione “unione in perfetto equilibrio”.

Indica, quindi, la perfetta comunione e persecuzione del benessere di tutto ciò che riguarda il corpo, la mente e lo spirito, a fronte di una ricerca che vede questi aspetti andare di pari passo.

Ciò avviene attraverso la consapevolezza di sé e un controllo completo dei fattori sensoriali nonché di quelli mentali, nell’ottica di far diventare l’intelletto saggio: è così che è appare possibile raggiungere lo stadio più elevato.

Le origini dello yoga, dove nasce

Abbiamo fino a questo momento analizzato in cosa consiste la disciplina, ma quali sono le origini dello yoga, esattamente? Si perdono, in realtà, lontano nel tempo, durante gli albori della civiltà.

Le testimonianze rinvenute portano una datazione a circa 12.000 anni fa, questo per quanto riguarda i ritrovamenti fossili.

Le prime citazioni scritte, invece, sono riconducibili ai Veda e risalgono a un periodo compreso tra il 1500 e il 500 a.C. Sono quindi anch’esse antichissime. Il territorio di riferimento è quello dell’India Settentrionale.

Il sapere che sta alla base della filosofia dello yoga è stato strutturato e organizzato dal Maestro Patanjali con lo Yoga Sutra.

Conclusioni

Oggi vi abbiamo proposto una panoramica sulla filosofia yoga. In quanto tale, è da considerarsi come una fotografia delle informazioni principali utile a conoscere che il risultato di quanto si fa sul tappetino parte da lontano e ha uno scopo ben preciso. Esso sfocia in un percorso personale e al contempo condiviso.

Una storia millenaria, in costante evoluzione, incentrata su un sapere che poggia su principi saldi e codificati da ormai moltissimo tempo, capace di non perdere di attualità né di valore, risultando di immediata comprensione a tutti gli angoli del pianeta.

Yoga per bambini: come iniziare e quali posizioni provare

Le posizioni yoga più adatte ai bambini di tutte le età, per aiutarli a sviluppare la flessibilità, l’equilibrio e la concentrazione.

Lo yoga, con allungamenti e torsioni in sequenza, promuove un senso di benessere diffuso, dal corpo alla mente. Negli ultimi anni, però, si è diffuso anche lo yoga per bambini e bambine, un’esperienza divertente ma anche un modo per aiutare i più piccoli a sviluppare maggiormente la percezione del movimento.

La pratica può essere svolta comodamente a casa, seguendo video guidati insieme alla mamma e al papà, ed è stata integrata, talvolta, come attività a scuola, oltre ad essere sempre più offerta nei centri specializzati.

In questo articolo scoprirete a cosa serve lo yoga per bambini e che posizioni o movimenti sono più adeguati, ma intanto perché far inserire lo yoga fin dalla più tenera età?

Non solo migliora la postura e previene problemi derivanti da fattori come lo zaino (e il suo peso considerevole) ma contribuisce al rilascio delle tensioni, gestendo lo stress e riducendo l’ansia.

Inoltre, migliora il tono muscolare, l’equilibrio e l’elasticità, contribuendo all’adozione di una postura corretta durante le diverse fasi della crescita. Ma entriamo più nel dettaglio.

A cosa serve lo yoga per i bambini

Lo yoga offre una gamma diversificata di benefici che vanno ben oltre l’esercizio fisico.

Contribuisce al miglioramento della salute cardiovascolare, dell’elasticità e dell’equilibrio, mentre simultaneamente favorisce la concentrazione, l’espressione libera, la consapevolezza corporea e respiratoria, nonché la gestione della calma.

Come per gli adulti, questa pratica si dimostra particolarmente efficace nel ridurre lo stress, l’ansia e comportamenti aggressivi, integrandosi anche positivamente con una eventuale terapia cognitivo-comportamentale.

Molti infatti sono i bambini anche al di sotto dei sette anni di età soffrono di ADHD (sindrome da deficit di attenzione) : la disciplina dello yoga con le sue tecniche può adiuvare efficacemente nel ristabilire un ordine nello sviluppo neuropsichico di questi bambini e adolescenti.

Lo yoga sviluppa la flessibilità, la forza, l’equilibrio e promuove una corretta dinamica respiratoria. Solitamente praticato in piccoli gruppi guidati da un insegnante, può altresì essere svolto a casa, così da implementare con la costanza i benefici ottenuti in presenza.

Che posizioni fare nello yoga per bambini?

Durante una sessione, si inizia con una fase di rilassamento e respirazione controllata per abbassare le tensioni. Successivamente, vengono eseguite una serie di “Asana”, o posizioni da mantenere, spesso con nomi ispirati agli animali per catturare l’attenzione dei bambini.

Il cane

Ginocchia a terra, mani davanti. Sollevare il fondoschiena verso l’alto e muoverlo, come fa un cane con la coda quando è felice. È consentito anche abbaiare!

Questo asana rafforza la muscolatura della schiena e allunga quella del retro delle gambe. Questo esercizio fa bene ai più piccoli che trascorrono molto tempo seduti a scuola.

L’albero

Questo esercizio stimola l’equilibrio.

Mettere in appoggio il piede sinistro, sollevare il destro fino alla coscia della gamba sinistra e appoggiare il tallone. Se così è troppo difficile, anche contro il polpaccio va bene. Ora la sfida è l’equilibrio. Fissare con lo sguardo un punto davanti nello spazio aiuta a trovare la concentrazione.

Congiungere i palmi, con le punte delle dita direzionate in alto. Distendere le braccia fin sopra la testa. Eseguire la stessa sequenza con l’altra gamba.

Il gatto

Ginocchia a terra, si posizionano le mani davanti a sé. Si può quindi inarcare la schiena imitando il movimento di un gattino, cercando di sollevarla verso l’alto con la punta del naso rivolta alle ginocchia. Questo esercizio contribuisce all’estensione dei muscoli della schiena e della nuca.

Il cobra

Ci si mette in posizione completamente prona e distesa sul ventre, con solo le punte delle dita dei piedi a toccare terra. Si possono appoggiare i palmi al suolo all’altezza delle spalle. A questo punto, si solleva il capo e il petto guardando l’alto, imitando il movimento di un cobra che stende il collo. È possibile sibilare leggermente, simile al suono di un serpente.

Yoga per la schiena: diventare flessibili e ridurre il mal di schiena

Esercizi yoga da praticare per aiutarti a migliorare la flessibilità della schiena, rafforzare i muscoli e ridurre il dolore.

 

Il mal di schiena affligge molte persone: stiramenti eccessivi dei muscoli, sollevamento errato di oggetti, postura scorretta prolungata sono solo alcune delle cause.

 

Lo Yoga può essere un’ottima soluzione: non solo si tratta di una disciplina che ha numerosi benefici, ma grazie a precisi asana permette di fortificare la schiena, rendendola flessibile e soprattutto alleviando i fastidi.

Quali sono gli esercizi che fanno bene alla schiena

Lo Yoga rappresenta uno strumento potentissimo per il benessere e per allentare le tensioni. Ma quali sono gli esercizi consigliati per la schiena? Tra i tanti ecco i 5 più conosciuti e praticati.

Balasana

Chiamata anche la posizione del bambino, offre benefici significativi per il dolore alla schiena, contribuisce ad allungare la colonna vertebrale, a favorire la circolazione sanguigna ed a eliminare lo stress.

Marjariasana e Bitilasana

Si tratta delle posizioni del gatto e della mucca. Utili per allungare la parte inferiore della schiena, possono essere eseguite in modalità dinamica, come nel Vinyasa.

 

Alternare le due posture è ideale per riscaldare le articolazioni della colonna e ridurre le tensioni lungo tutta la schiena, dal coccige alla zona dorsale, fino alla cervicale. Si ripete la sequenza al ritmo del respiro, avendo cura di far partire sempre il movimento dal bacino, come se fosse un’onda che si propaga fino alla cima della testa.

Adho Mukha Svanasana

Nota come la posizione del cane a faccia in giù, rappresenta uno degli asana più diffusi in tutti gli stili di Yoga, soprattutto nel contesto dinamico come transizione nel Saluto al Sole.

 

Tra i benefici: la distensione della colonna vertebrale e il sollievo dai dolori alla schiena, il rafforzamento di braccia e spalle, l’apporto di energia all’intero corpo, sollievo dallo stress e dalla stanchezza.

 

Uttanasana

Conosciuto come il piegamento in avanti in piedi (forward fold), rappresenta una delle posizioni fondamentali nello Yoga, mirata allo sviluppo della flessibilità e al rilassamento dei muscoli delle gambe e della schiena, apportando benefici significativi alla colonna vertebrale.

 

La pratica regolare e costante di Uttanasana offre numerosi benefici psicofisici: la riduzione dello stress, la distensione e il rinforzo dei muscoli di gambe, schiena, collo e ginocchia. Influenza positivamente l’apparato digerente stimolando lo stomaco e migliorando la digestione.

Ardha Matsyendrasana

Nota come posizione della torsione seduta o posizione Yoga del Saggio Matsyendra, è un asana dell’Hatha Yoga che implica una torsione della schiena, lavorando su tutte le vertebre della spina dorsale. Quest’asana si rivela benefica nell’ alleviare i dolori da sciatica, distendere e rendere più flessibile la colonna vertebrale, migliorare la postura e attenuare il mal di schiena.

 

Posizioni Yoga da evitare quando hai dolore alla schiena

Le posizioni yoga da evitare quando si avverte dolore alla schiena tendono a variare in base al momento che attraversa di volta in volta la persona. La loro conoscenza è essenziale per garantire un approccio sicuro e adatto alle condizioni individuali. In presenza di dolore acuto, è consigliabile attendere che l’area interessata si sfiammi prima di eseguire qualsiasi asana.

 

È opportuno evitare posizioni yoga che implicano un intenso inarcamento della schiena, come Ustrasana (la Posizione Yoga del Cammello), Dhanurasana (la Posizione Yoga dell’Arco), e Urdhva Dhanurasana (la Posizione Yoga dell’Arco verso l’alto).

 

In ogni caso, è fondamentale ascoltare attentamente il proprio corpo e rispondere in modo appropriato a ogni segnale che esso trasmette.

 

 

Le migliori posizioni yoga per aumentare la flessibilità

L’adozione di una pratica yoga mirata può notevolmente contribuire all’aumento della flessibilità, fornendo benefici sia fisici che mentali.

 

Quando accompagnate da tecniche di respirazione lenta e costante, asana non solo liberano la tensione fisica ma apportano anche benefici a livello mentale, riducendo lo stress complessivo.

 

Tra le posizioni yoga che favoriscono l’aumento della flessibilità e contribuiscono a rafforzare muscoli e articolazioni troviamo:

 

  • Supta Padangusthasana
  • Dhanurasana
  • Garudasana

 

Conclusioni

In questo articolo dedicato allo yoga per la schiena abbiamo passato in rassegna alcuni asana più indicati per alleviare il dolore, quelli che sarebbe meglio evitare e quelli che aumentano la flessibilità.

 

Si consiglia di partecipare alle sessioni con insegnanti qualificati ed esperti, preferibilmente in presenza almeno una o due volte alla settimana.

Yoga in gravidanza: come praticarlo in modo sicuro e benefico

Yoga in gravidanza è un’attività fisica sicura per la donna e il bambino. Come praticare in modo piacevole e le posizioni adatte a ogni trimestre.

 

 

Dall’infanzia all’età adulta, dalla gravidanza alla terza età, lo yoga è una pratica benefica in tutte le fasi della vita.

 

Se le sue posizioni aiutano il corpo e ne aumentano al contempo anche la coscienza, la respirazione e la meditazione, contribuiscono ad abbassare la frequenza cardiaca e a liberare le tensioni della mente, diminuendo l’ansia e aumentando il benessere.

 

Lo yoga prenatale rappresenta l’attività perfetta durante la gestazione, perché rafforza e rende più elastica la muscolatura, ma principalmente perché offre la possibilità di ascoltare il corpo e le emozioni, condividendo esperienze con altre future mamme.

Quando iniziare a fare yoga in gravidanza e quali posizioni sono le migliori

Il suggerimento è di cominciare lo yoga dopo il primo trimestre, quando il corpo attraversa significativi cambiamenti e le priorità spesso sono il riposo e il rilassamento.

 

Il corso può essere integrato nella routine quotidiana, per favorire il rilassamento totale di corpo e mente, grazie anche ad asana di rilassamento come la posizione di Savasana.

 

Alcuni esercizi di yoga in gravidanza sono particolarmente consigliati, tra questi:

 

  • Vyaghrasana o posizione della tigre: perfetta per alleviare il mal di schiena.è necessario iniziare in posizione a quattro zampe, sollevare il bacino inspirando e allungando il collo. Espirando, stringere i glutei e incurvare la schiena, ripetendo l’esercizio.

 

  • Upavesasana o posizione della ghirlanda: adatta per favorire il parto. Si inizia in piedi con le gambe divaricate, accovacciandosi e mantenendo il busto dritto e le mani in preghiera. Trattenere il respiro, esercitando una pressione verso il basso.

 

  • Bhadrasana o posizione del trono: ci si siede a terra, unendo le piante dei piedi, afferrando le caviglie, mantenendo il busto dritto e piegando in avanti espirando. Restare nella posizione per alcuni respiri.

 

  • Viparita karani o posizione invertita per favorire la circolazione: distendere le gambe contro il muro, sollevare i piedi. Inspirare ed espirare.

 

 

Inoltre, lo yoga in gravidanza prepara al parto con posizioni che favoriscono l’apertura dei fianchi e insegnando tecniche di respirazione che saranno utili durante il travaglio, contribuendo a gestire lo sforzo e a controllare il dolore.

Quali posizioni yoga non si possono fare in gravidanza

La gravidanza è un periodo di notevoli cambiamenti fisici ed emotivi. Aumenta il peso della pancia, la schiena è affaticata, così come le gambe. Mantenere una postura corretta si rivela fondamentale per garantire il benessere sia della madre che del bambino.

 

Evitare le torsioni, salti e posizioni supine e a pancia in giù è consigliabile. Al contrario, rotazioni dolci possono essere benefiche.

 

Evitare posizioni come:

 

  • bhujangasana o posizione del cobra;

 

  • urdhva Dhanurasana o posizione dell’arco;

 

  • shalabhasana o posizione della locusta.

 

Che posizione evitare in gravidanza in base al trimestre

Non esagerare e rispettare sempre i propri limiti è una regola fondamentale dello yoga che diventa ancora più decisiva durante la gestazione. Piuttosto è bene concentrarsi sulla respirazione e sui movimenti.

 

Ogni donna ha le sue esigenze, così come ogni gravidanza. Questo richiede di adattare la pratica, perché ogni trimestre richiede specifiche accortezze.

 

  • Primo trimestre: evitare posizioni che implicano una notevole contrazione dei muscoli addominali, pressione sulla pancia, torsioni profonde, e posizioni capovolte. Preferire le posizioni in piedi, come la montagna (Tadasana), il guerriero (Virabhadrasana), e il gatto (Marjariasana).

 

  • Secondo trimestre: dal quarto mese, diminuire la pratica delle asana per evitare affaticamento eccessivo. Evitare salti, torsioni e inversioni. Favorire le posizioni che rafforzano la schiena e la parete pelvica, come il cane a testa in giù (Adho Mukha Svanasana), la ghirlanda (Malasana), e il diamante o del fulmine (Vajrasana). Mantenere le posizioni solo per pochi minuti, in modo lento e delicato.

 

  • Terzo trimestre: concentrarsi sulla respirazione e praticare Pranayama. Preferire posizioni distensive come la farfalla (Baddha Konasana), l’albero (Vrksasana), e la seduta ad angolo (Upavistha Konasana).

Conclusioni

In conclusione, lo yoga prenatale è una pratica intensa che presenta molteplici benefici. Va praticato con insegnanti qualificati ed esperti, preferibilmente in presenza almeno per una due-volte la settimana, così da avere maggiore sicurezza e trovare gli esercizi più adatti per la singola mamma.