Il presente articolo ha un carattere meramente divulgativo e informativo.
Attualmente troviamo nomi nuovi affiancati non solo allo yoga ma anche alla pratica meditativa. Questo può confondere o comunque allontanare dalla vera essenza e significato delle pratiche.
Pertanto, è importante sottolineare che al di là delle tecniche, comunque importanti, realmente importante è comprendere che la meditazione é un modo per ricongiungersi a noi stessi. La meditazione è uno stato naturale dove la mente può trovare riposo.
Questo è l’intento che muove e anima e che viene ampiamente praticato “senza etichette” presso i nostri corsi a Livorno, dove l’obiettivo finale è esplorare gli attaccamenti dell’IO, i nostri processi mentali, le nostre abitudini trasformandoli – attraverso la conoscenza – in una condizione di interdipendenza e impermanenza verso tutto ciò che esiste.
Scopri la meditazione sahaja yoga, una pratica che punta a risvegliare la forza interiore e a portare equilibrio e pace nella vita quotidiana.
La meditazione sahaja yoga rappresenta una corrente che vede al centro un insieme di pratiche in cui obbiettivo è il risveglio della Kundalini: un’energia vitale che sta alla base delle forza vitale che ogni essere umano ha dentro di sé.
Il sahaja yoga è uno stile di per sé piuttosto recente, questo almeno se confrontato con altre varianti della disciplina, che di per sé presenta un’origine millenaria.
Oggi vi proponiamo una panoramica sulle caratteristiche distintive della meditazione sahaja yoga, soffermandoci sulle differenze che detiene rispetto a quella tradizionale.
Cos’è la meditazione sahaja yoga e come nasce
Noto altresì come “yoga facile”, il sahaja yoga, come abbiamo avuto modo di accennare poc’anzi, consiste in un insieme di tecniche che hanno come obiettivo finale il risveglio dell’energia Kundalini.
Ma cos’è, quest’ultima? Il termine Kundalini deriva dal sanscrito e può essere tradotto come “anulare” oppure “circolare”. Viene raffigurato come un serpente le cui spire si trovano attorno alla colonna vertebrale, avvolgendola pur restando passive e inattive.
È situato in corrispondenza di Muladhara, ovvero del primo chakra, associabile all’espressione “io esisto”; è perciò connesso alla relazione che la persona instaura con la terra e quindi con una dimensione vitale.
L’energia Kundalini simboleggia uno stato inconscio di trasformazione e di conoscenza, ma soprattutto una forza vitale e spirituale che non aspetta altro che essere risvegliata attraverso i vari strumenti che mette a disposizione lo yoga.
Le tecniche di sahaja yoga vanno in tale direzione e si focalizzano sulla meditazione, tralasciando altri aspetti dello yoga come gli asana, ad esempio.
Questo stile è stato introdotto negli anni settanta del Novecento da parte di Shri Mataji Nirmala Devi, guru indiana che ha esportato il suo metodo a tutti gli angoli del pianeta, presenziando a diverse conferenze.
Alla morte della fondatrice la sua dottrina non ha smesso di diffondersi, questo grazie all’associazione che si è incaricata di portarla avanti.
Differenze tra sahaja yoga meditazione e meditazione tradizionale
La meditazione sahaja yoga è un metodo che presenta diverse differenze con le tecniche di stampo tradizionale, la cui elaborazione ha origini ben più antiche, risalenti a circa 8000 anni fa.
Detto ciò, gli altri aspetti in cui la meditazione sahaja yoga differisce da quella tradizionale sono:
- Rispetto ai metodi “standard”, permette di entrare in contatto con una consapevolezza spontanea e non basata sul controllo, né fisico né mentale. Ci si focalizza meno sul corpo fisico.
- La differenza principale risiede quindi nello stato di consapevolezza, o meglio, nel come si raggiunge tale condizione.
- Non diversamente da altre pratiche dello yoga, gli effetti durano a lungo nel tempo, soprattutto se la pratica viene effettuata regolarmente.
- Il sahaja yoga incentiva a diventare artefici della propria crescita personale, senza che sussistano gerarchie né livelli conseguiti tramite qualifiche. Gli insegnanti non si definiscono nemmeno tali, a fronte di una condivisione che si basa sul fatto di mettere a disposizione le esperienze maturate nel tempo.
- Per le pratiche di sahaja yoga generalmente non è previsto il sostenimento di alcun costo.
Benefici della meditazione sahaja yoga sulla mente
Nel sahaja yoga l’obiettivo è quello di un cammino spontaneo di unione con il divino. Il termine sahaja significa infatti “spontaneo” oppure “nato con te”, mentre la parola yoga vuol dire “unione”.
Detto ciò, i benefici più rilevanti che è possibile ottenere attraverso una pratica continuativa sono quelli che seguono:
- Miglioramento a livello mentale, fisico ed emotivo, a fronte di una situazione di nuove equilibrio individuale.
- Si percepisce una sorta di liberazione dai pensieri, a fronte di un risveglio dell’energia Kundalini.
- Essendo il sistema centrale più libero (poiché “ripulito”), la persona appare maggiormente resistente alle situazioni di squilibrio.
- Una persona più equilibrata, riesce a esprimere maggiormente la sua essenza e unicità, orientandosi verso la felicità.
Esercizi base di meditazione sahaja yoga
Nel sahaja yoga la meditazione può essere praticata a terra, stando fermi a gambe incrociate e prendendo le piante dei piedi, unendole con le mani. Si può anche procedere da seduti, dondolando sugli ischi per trovare la forma più comoda per sé e poi adottando dei movimenti circolari, da ripetere su ambedue i lati.
Un altro esercizio, specifico per risvegliare la Kundalini, è quello di poggiare le mani sulle ginocchia e restare in silenzio fino a quando non si sente il calore naturalmente emanato su dita e mani.
Qualora si avvertisse una sensazione di disagio, come un formicolio, è segno che il chakra è bloccato. Individuando il punto esatto del blocco sulla mappa dei chakra, si riesce a intervenire in maniera mirata, attraverso dei movimenti che producono delle vibrazioni specifiche.
Infine è prevista la musica per meditazione nel sahaja yoga, per calmare una condizione di ansia o stress. Si tratta di suoni zen, volti alla pace interiore.
Tecniche di respirazione
Come sempre nello yoga, alla base di questo stile c’è il connubio tra meditazione e respirazione: un aspetto portato avanti in maniera mirata.
Uno degli esercizi più utilizzati trae origine dal Pranayama e vede al centro la respirazione alternata, chiudendo di volta in volta la narice destra e quella sinistra, conseguendo uno stato di apnea.
Un’altra tecnica utilizzata è quella della respirazione diaframmatica, contraendo e decontraendo questa zona muscolare lentamente. Si rivela particolarmente utile per prendere consapevolezza di come si respira normalmente, prevenendo una condizione di apnea.
Chi può praticare la meditazione sahaja yoga
La meditazione sahaja yoga è di per sé adatta a tutti: non presenta controindicazioni né limiti legati a fattori particolari.
Non è necessario aver maturato particolari esperienze precedenti di meditazione tradizionale: si può partire da zero, alla ricerca di una maggiore consapevolezza di se stessi.
Conclusione e consigli pratici
In conclusione, le tecniche utilizzate nella meditazione sahaja yoga sono semplici, intuitive e prevedono l’interazione con elementi naturali quali acqua, fuoco, terra e aria.
In base al chakra su cui si va a lavorare si riesce a intervenire in maniera mirata affinché si possa esprimere il proprio benessere personale, liberando i canali energetici.
Prima di iniziare, è consigliabile creare un angolo tranquillo all’interno della propria abitazione; può andare bene anche il giardino. La cosa più difficile – e basilare – è cercare di non avere distrazioni; per farlo, il punto di partenza è quello di trovare una posizione comoda.