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Perché praticare con noi

Sei curioso/a? Da tanto senti parlare di yoga ma non hai ancora provato ad avvicinarti, ed ora senti l’esigenza di dover stare meglio e di restituire a te stesso/a un rapporto di maggiore vicinanza e intimità con il tuo corpo?

Vuoi iniziare ad esplorare te stesso, il tuo rapporto con la vita e con gli altri, allargare con il supporto della pratica, la tua visione sul mondo per  riconoscere ed aprirti al mare  delle infinite possibilità che la tua vita ti offre ?

Oppure, sei già un praticante che desidera portare la sua pratica ad un livello superiore e più coinvolgente, ma soprattutto, vuoi continuare ad avanzare verso te stesso ma più profondamente?

Vieni a trovarci, che sia per condividere la tua curiosità oppure la tua passione per lo yoga ed esplorarne insieme a noi, tutte la sue fantastiche potenzialità.

Devi sapere che per noi il contenuto della parola yoga è perfettamente omologabile con la vita e con tutta la vastità e la complessità che questa parola comporta. Per questo la modalità dei nostri insegnamenti non è mai sterile, ne’ tanto meno appiattita unicamente su una teoria, e/o tanto meno su un aspetto ginnico.

la nostra esperienza, consolidata ormai da lunghi anni di studio e di pratica, viene filtrata attraverso esperienze di vita e di approfondimento personale, così da rendere l’energia che accompagna le nostre classi sempre vitale, pulsante, facilmente accessibile e di nutrimento per tutti.

Come insegnanti abbiamo abbracciato il ruolo di renderci interpreti di questa disciplina, cercando di farlo nel modo migliore e soprattutto più autentico.

Perché come insegna un mio maestro “un insegnante di yoga è soprattutto un praticante e lo è per tutta la sua vita”.

Namastè

Kali mudra significato, come farlo e benefici

Kali Mudra, benefici, precauzioni e controindicazioni, è un gesto sacro con immensi benefici spirituali e fisici

È l’aspirazione a un benessere integrale, che abbraccia mente, anima e corpo, che spinge moltissime persone ad avvicinarsi allo yoga. È una ricerca di equilibrio e armonia in ogni aspetto della nostra vita, desiderio che può essere realizzata con l’aiuto di un maestro.

Lo yoga presenta numerose sfumature, tutte utili a raggiungere uno scopo ben preciso in un percorso, spesso personale e personalizzato. In questo contesto, compare il Kali Mudra, un termine che significa “sigillo” o “gesto”: una convergenza tra mente e corpo in grado di eliminare le emozioni negative.

Che cos’è il Kali Mudra

Come molti aspetti dello yoga, anche il Kali Mudra trae ispirazione dalla mitologia: in particolare, deve il suo nome alla dea indù Kali, che rappresenta il coraggio, la crescita interiore e l’espressione del proprio potenziale.

La parola “Kali” incarna l’impavidità e il potere nascosto della dea che si sprigiona attraverso il nostro corpo, mentre “Mudra” si riferisce al gesto, o sigillo delle mani, che aiuta a incanalare l’energia.

Ma la sua essenza va oltre la mera rappresentazione mitologica. Questo simbolo invita infatti a superare sfide e a creare cambiamenti, consentendo di abbracciare la natura mutevole della vita.

Ci insegna a lasciare andare ciò che non ci serve, a trasformare l’energia negativa in positiva e a scoprire il nostro vero potenziale. Attraverso la sua applicazione, possiamo liberarci dai pensieri intrusivi, attivare i chakra superiori e sperimentare una sensazione di profonda leggerezza.

È un potente strumento che ci guida verso la luce, illuminando la nostra mente e permettendoci di vivere una vita più autentica e consapevole.

Come dissipare la negatività con il Kali Mudra

Il Kali Mudra è quindi un semplice gesto delle mani da effettuare durante la meditazione, utile a incanalare l’energia dei chakra e raggiungere così uno stato di totale benessere psicofisico. Esiste perciò un modo molto specifico di eseguirlo.

Si inizia seduti in una posizione comoda, mantenendo la colonna vertebrale diritta. Successivamente si uniscono tra loro gli indici, incrociando i pollici e le altre dita. Per amplificarne l’effetto benefico, si può intonare il mantra di protezione “om kreem Kali”, utile a invocare il potere femminile della dea.

Tra i suoi benefici emerge in particolare la capacità di aiutare a disintossicare gli organi interni, migliorando il flusso energetico e favorendo il sonno, oltre che la presa di consapevolezza di sé e il controllo delle emozioni negative.

Il consiglio è quello di praticarlo per almeno 20-25 minuti al giorno, concentrandosi sulla respirazione profonda per ottimizzare i benefici, aiutandosi nella meditazione tramite l’evocazione nella mente del fluire delle impurità verso il sacro fiume Gange.

Conclusioni

Il Kali Mudra si rivela un potente strumento per l’equilibrio psicofisico, derivante dalla saggezza millenaria dello yoga e dalla mitologia indù. È un gesto simbolico che ci guida a superare le difficoltà, liberare l’energia negativa e abbracciare il cambiamento.

Attraverso la pratica costante e la consapevolezza del suo significato profondo, saremo in grado di scoprire la nostra forza interiore e abbracciare la natura mutevole della vita, adattandoci a essa.

Il Kali Mudra in particolare ci ricorda che anche nelle sfide risiedono opportunità di crescita e che il nostro potenziale è infinitamente più vasto di quanto possiamo immaginare.

Meditare con la Hatha Raja Yoga

 

Il Raja Yoga è incentrato sulla meditazione, la contemplazione e la concentrazione, lo Hatha Yoga, è incentrato sul controllo del respiro e della postura.

Quando si parla di Raja Yoga si fa riferimento alla forma originale della disciplina: è infatti quello che si trova descritto all’interno di un testo miliare quale lo Yoga Sutra del grande Maestro Patanjali.

La disciplina ha visto un revival importante nell’Ottocento grazie all’impegno che vi ha dedicato Swami Vivekananda, che lo ha reso una forma con caratteristiche a sé, attraverso un’innovativa corrente di pensiero.

Oggi vi portiamo alla scoperta del Raja Yoga, partendo dalle origini per arrivare fino ai giorni nostri.

Differenza tra Hatha Yoga e Raja Yoga

Il termine Raja Yoga può essere tradotto come “Yoga Regale”. Parliamo della tipologia più eccelsa, quella più alta e allo stesso tempo basilare.

Si differenzia di per sé dall’Hatha Yoga per via del fatto che quest’ultimo ha la peculiarità di focalizzarsi sul corpo fisico, a differenza proprio del Raja Yoga che invece si concentra sullo sviluppo mentale e spirituale della persona.

Come si può vedere un aspetto non esclude l’altro ed entrambi gli approcci possono essere integrati: ha quindi senso parlare di Hatha Raja Yoga. In questo modo si ha l’opportunità di conseguire un percorso completo e totale.

Possiamo dire, in sintesi, che l’Hatha Yoga è più dinamico e tonificante, con le sequenze di asana a preparare il corpo per vivere una vita felice e sana. Il Raja Yoga ha una maggiore profondità e dinamicità.

Sono due diverse facce della stessa medaglia e acquisiscono senso l’una attraverso l’altra. Da qui l’importanza di una pratica di Hatha Raja Yoga, che presenta tutti gli aspetti dell’uomo in maniera unilaterale e univoca.

Raja Yoga: l’attualizzazione di Swami Vivekananda

L’obiettivo, nel Raja Yoga, è quello di raggiungere uno stato di samadhi, ovvero di appagamento inteso come calma, leggerezza di spirito e pensiero, beatitudine.

Come abbiamo accennato all’inizio, colui che ha riportato a un vero e proprio revival della disciplina è un Maestro che è stato innovativo e molto importante: Swami Vivekananda.

Correva l’anno 1896 quando ha pubblicato un libro tanto piccolo quanto esaustivo, con delle riflessioni sullo yoga in termini generali.

Al suo interno un punto di vista che va alle origini, allo Yoga Sutra di Patanjali, su come raggiungere stati di benessere soprannaturali: il samadhi, appunto, in maniera da controllare la mente e da gestirla al meglio.

L’intento è di rimuovere quello che in Occidente potremmo chiamare il velo di Maja, in maniera tale da raggiungere una condizione di trascendenza totale.

Qualcosa di molto complesso per chi è nato in luoghi diversi dall’Oriente, complice la vita frenetica e la condizione non sempre facile in termini di contesto naturale che ci si trova a vivere.

Eppure, controllare, o meglio, gestire la mente è ancor più importante. Da qui l’attualità degli insegnamenti di Swami Vivekananda. Per liberarsi e scoprire la vera coscienza di sé e del mondo, con uno sguardo che parte introspettivo e spazia all’esterno.

Conclusioni: una pratica consapevole di Hatha Raja Yoga

L’Hatha Raja Yoga può essere praticata secondo molteplici livelli e gradi, adattandosi alla persona e al momento che si trova a vivere.

Al suo interno vi sono diversi stadi, per la precisione otto, e nulla vieta di tornare indietro per poi andare avanti in un percorso tanto intenso quanto proficuo. Fondamentale la condivisione della propria esperienza, con l’insegnante ed altri allievi.

Questo perché se da un lato vi è la riscoperta del silenzio e dell’attenuazione dell’ego, c’è anche un momento intenso di condivisione.

Yoga Dinamico: quando il movimento incontra la respirazione

Yoga dinamico: come praticarlo e quali sono i benefici. Un esempio di sequenza che vede movimenti e respirazione andare insieme, con armonia.

Lo Yoga Dinamico è l’ideale per chi è alla ricerca di una disciplina che porti uno spiccato benessere psicofisico ma che sia, come suggerisce la parola, dinamica, ovvero movimento puro.

Nella vita di tutti i giorni siamo soggetti a molteplici forme di stress. Un’attività che presenta un carattere più energico si rivela per molte persone indispensabile, dal momento che permette di dare voce all’accumulo di tensioni e proiettarle in maniera sana all’esterno.

Le lezioni di Yoga Dinamico consentono tutto questo, a fronte di tutti i benefici che caratterizzano la filosofia yogi fin dalla notte dei tempi, dove corpo, mente e spirito vanno di pari passo.

In questo articolo vi portiamo alla scoperta delle sequenze di yoga dinamico, la cui caratteristica principale vede asana piuttosto intensi correlati alla respirazione, in maniera divertente e persino creativa.

Yoga dinamico: cos’è e quali sono le sequenze

Lo Yoga Dinamico ha alla base la mescolanza tra due rami dello yoga: Vinyasa e Ashtanga. Le combinazioni motorie risultano fluide e hanno come guida il respiro, con il perfetto seguire di stati di inspiro ed espiro.

Il passaggio da un asana all’altro avviene con una sorta di leggerezza vigorosa, un atteggiamento che è tanto mentale quanto fisico.

Quante sequenze di Yoga Dinamico esistono? Si potrebbe dire infinite, dal momento che ogni insegnante può crearne di molteplici in maniera ogni volta originale, a seconda della classe che si trova a gestire e delle singole persone che ne fanno parte.

Come tutte le forme di yoga, infatti, anche quello dinamico presenta diversi livelli di difficoltà, da valutare a seconda dell’esperienza dei praticanti e della loro condizione in quel momento, così da ottimizzarne i benefici.

Pertanto, nulla vieta anche per quanti sono più esperti di alternare lezioni “soft” ad altre più complesse e intense. Questo perché lo yoga di per sé non è mai statico, ma è puro divenire, fluire e soprattutto ascolto.

I benefici delle lezioni di Yoga Dinamico

I vantaggi per chi decide di seguire questa particolare disciplina sono diversi e riguardano in primo luogo la postura, tenuta in asse in un modo piuttosto vigoroso e vivace ma altrettanto efficace rispetto a quanto accade negli stili più classici come l’Hatha Yoga.

Questo avviene sempre grazie al fatto ogni singolo passaggio viene guidato dalla respirazione. Inoltre, lo Yoga Dinamico consente di acquisire maggiore concentrazione, forza e resistenza, ma anche capacità mentali quali elasticità, versatilità, flessibilità.

È un eccellente brucia calorie ed è perfetto per quelle persone che desiderano sentire il proprio corpo pronto ad affrontare mille avventure, in quanto permette, attraverso un aumento della sudorazione, di eliminare una notevole quantità di tossine.

Anche il cuore si trova ad avere un’azione più forte, dal momento che il livello dei battiti risulta simile a quello di una lezione di aerobica.

Conclusioni sullo Yoga Dinamico

Lo Yoga Dinamico è una pratica che richiede una certa preparazione fisica e che necessita, non diversamente dalle altre forme della disciplina, di una certa costanza. È la forma più vicina a un’attività di fitness, rispetto alla quale consente di implementare i benefici per lo spirito e la mente.

 

Pilates e yoga: quali sono le similitudini e i benefici

Pilates e yoga: un confronto tra due discipline capaci di offrire molteplici benefici per la salute. Quali sono le similitudini e quali invece le differenze.

Chi si approccia per la prima volta al mondo del fitness cerca sempre di informarsi su tutte le possibili discipline a disposizione, così da scegliere quella che può fare maggiormente al caso proprio.

In questo contesto, è facile trovarsi di fronte al pilates e allo yoga, chiedendosi anche quali possono essere in realtà le differenze tra le due attività. Per chi non è molto esperto, infatti, il rischio è quello di confonderle e pensare che siano la stessa cosa.

Non è così, come si potrà intuire, ed è importante quindi conoscere quali sono le differenze e le similitudini di queste due pratiche, per poter valutare i benefici e scegliere ciò che può fare maggiormente al caso nostro.

Differenze tra yoga e pilates: discipline simili ma non troppo

Ciò che può facilmente portare a una confusione è il fatto che yoga e pilates vengono svolti entrambi a piedi nudi su un tappetino, con esercizi apparentemente simili.

Il loro obiettivo è inoltre quello di rafforzare il corpo e condurre verso un benessere generale, ma con modi estremamente diversi e un obiettivo altrettanto differente.

In particolare, lo yoga trova la sua nascita 5000 anni fa e ha come base l’elevazione spirituale, il benessere psicologico, usando il corpo come catalizzatore. L’obiettivo primario è il raggiungimento dell’equilibrio e dell’armonia, concentrando l’attenzione sul respiro e la consapevolezza di sé.

Dal punto di vista fisico, lo yoga si concentra sull’allungamento muscolare e sul migliorare la forza e l’equilibrio, coadiuvando il tutto a una profonda meditazione utile a ritrovare il contatto con il proprio corpo e la mente.

Il pilates, invece, è una disciplina più recente, sviluppata nel XX secolo. Si focalizza principalmente sul rafforzamento del core e la stabilizzazione della colonna vertebrale, con un approccio più dinamico, non integrando la parte meditativa e spirituale di cui è tipico lo yoga.

Quindi, benché possano sembrare simili nell’esecuzione e negli strumenti utilizzati, lo yoga è una pratica olistica che integra l’approccio fisico a quello spirituale e psicologico, mentre il pilates ha la sua attenzione concentrata sulla resistenza fisica e la salute della colonna vertebrale.

Yoga e pilates insieme: quali sono i benefici

Pilates e yoga sono quindi due attività diverse, ma che se unite ed eseguite in sinergia possono trovare moltissimi vantaggi significativi, soprattutto in caso di riabilitazione o qualora ci fosse bisogno di rafforzare il corpo.

Entrambe infatti enfatizzando la mobilità, il rafforzamento del core, la coordinazione e la postura, dimostrano efficacia nella percezione corporea e nella regolazione dell’attivazione muscolare.

Inoltre, tramite lo stretching vi è anche possibilità di lavorare sulla mobilità e la flessibilità, integrando perciò lo yoga e il pilates nella routine di allenamento per il miglioramento delle prestazioni sportive.

In conclusione

Sebbene yoga e pilates condividano esecuzione e tappetino, hanno in realtà alcune differenze nei fini: il primo, infatti, mira all’equilibrio e alla spiritualità attraverso il corpo, mentre il pilates si concentra su forza e stabilità spinali.

Tuttavia, combinare entrambe le pratiche offre notevoli benefici, potenziando il core, la mobilità e la postura, risultando preziose per riabilitazione e potenziamento corporeo.

Integrarle nella routine di allenamento può essere quindi di notevole aiuto per migliorare la percezione corporea e l’efficacia sportiva, oltre che ritrovare un totale benessere psicofisico.