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Risvegliare l’energia primordiale con la meditazione Kundalini

Con la meditazione Kundalini si riesce ad enfatizzare l’intelletto ottenendo tra le tante cose un maggiore equilibrio emozionale diminuendo lo stress e l’ansia.

Con il termine Chakra Kundalini o Energia Kundalini si fa riferimento all’Energia Divina Femminile che si trova nella colonna vertebrale di tutti gli esseri umani, per l’esattezza alla base, in prossimità dell’osso sacro.

La rappresentazione simbolica la vede risiedere nel muladhara chakra, il primo dei sette chakra, nella forma di un serpente arrotolato su sé stesso in tre spire ed è perciò da considerarsi come una forza che giace addormentata e non aspetta altro che essere risvegliata.

È questo il fine della meditazione Kundalini, una pratica che ha come obiettivo quello di portare alla luce questo tipo di energia, a cui viene data non a caso una connotazione femminile che nella tradizione viene chiamata Shakti.

Parliamo infatti di qualcosa di rigenerativo, in grado di permettere la piena realizzazione spirituale della persona e dal forte potere curativo. Rispetto ad altre pratiche il Kundalini Yoga si è affermato più lentamente ed è a oggi considerato tra i più interessanti.

Tutte le sadhana, infatti, che siano sotto forma di japa, meditazione e preghiera, come anche ogni sviluppo di virtù, l’osservanza di austerità, di ricerca di verità e di non violenza hanno l’intento comune di risvegliare il potere del serpente per farlo ascendere in successione, lungo tutti i chakra, dal suo luogo di dimora più grossolano fino alla sublimazione finale in Sahasrara o loto dai mille petali quale sede di Parabrahman o dell’Assoluto.

Yoga Kundalini: una pratica complessa

Quando grazie alla pratica, l’energia dormiente di kundalini viene risvegliata per riunirsi finalmente al Brahman, all’aspirante che pratica con assiduità e fervore viene conferita la liberazione, ovvero verrà sollevato dalla ricerca del potere derivante dal solo possesso di ricchezze e abbondanze mondane consentendogli di riunirsi al Supremo.

Come praticare Yoga Kundalini Chakra

L’origine del Kundalini Chakra è antica, ma è in particolare dal XVI secolo che  tale energia è stata oggetto della trattazione nello yoga.

Pertanto, sono state rilevate somiglianze e punti di contatto con le culture classiche, in particolare con la narrazione che ruota intorno alla dea Atena nella Grecia Antica, a Minerva nell’Antica Roma e a Kwan Yin in Cina.

Per quanto riguarda la pratica dello Yoga Kundalini Chakra l’obiettivo è quello di risvegliare questa energia così potente. Qualcosa che può essere portato avanti attraverso diverse forme di meditazione: Kundalini Chakra Dhyana, Mantra Yoga, Hatha Yoga e Kriya Yoga.

La concentrazione viene rivolta a un chakra in particolare, onde per cui la pratica può essere a volte più fisica e altre volte più meditativa.

È in ogni caso, come abbiamo già sottolineato sopra, qualcosa di particolarmente complesso dal momento che risvegliare l’Energia Kundalini non è semplice: ci vuole la guida di un maestro esperto, in grado di accompagnare la persona alla scoperta di un aspetto di sé nascosto e lontano.

Ecco un esempio di meditazione:

  • Mettersi in posizione comoda, seduti oppure distesi, in un luogo silenzioso, tranquillo, in cui potersi rilassare.
  • Distendere tutto il corpo, eliminando le contratture da viso, spalle, collo, braccia, mani, busto, fianchi, gambe e piedi.
  • Concentrarsi sul respiro, realizzato con il solo naso, lento e via via sempre più profondo e completo.
  • Focalizzarsi sul chakra, arrivando a percepire la spirale avvolta alla base della spina dorsale, attorcigliata come un serpente.

Una volta visualizzata la spirale è possibile tornare al corpo fisico, avendo però acquisito con consapevolezza la nuova energia. Questa è solo una delle tecniche che si possono attuare per destare il Kundalini Chakra, ma ben rende come avviene questa forma di rinascita.

Quali sono i benefici

I benefici che permette di conseguire una pratica di Chakra Kundalini sono molteplici. Vediamoli insieme:

  • Possibilità di sperimentare stati di coscienza nuovi in maniera consapevole.
  • Stimolazioni inedite a livello fisico, percettivo e sensoriale.
  • Approfondimento di tematiche legate al passato, al presente e al futuro.
  • Il risveglio del Kundalini Chakra porta una sensazione di espansione per quanto riguarda la coscienza.
  • Sensazione di gioia, benessere, pace e armonia.
  • Coinvolgimento dell’energia sessuale, convertita in energia spirituale dalle frequenze più alte. Il fine è sempre quello dell’armonia.

Conclusioni

Lo Yoga Kundalini Chakra rappresenta una forma di meditazione di per sé piuttosto complessa. I risultati per il benessere della persona sono a più livelli, in particolare dal punto di vista spirituale. Questo a fronte del risveglio dell’Energia Divina Femminile: vitale, forte, profonda e nascosta e spesso poco percepita.

Perché fare yoga

Perché fare yoga: per imparare a maturare la coscienza individuale e la coscienza collettiva oltre che a mantenere un corretto livello psico-fisico.

Tutti sappiamo che fare yoga “fa bene”, ce lo sentiamo ripetere spesso, ma cosa significa effettivamente? Perché fare yoga può aiutare il nostro benessere psicofisico?

In questo articolo cercheremo di mettere maggiormente in luce quali sono i profondi benefici del praticare questa attività, dalla connessione con la coscienza collettiva all’evoluzione della consapevolezza personale.

Scopriremo come questa antica disciplina possa diventare un potente strumento per raggiungere equilibrio interiore e armonia, influenzando positivamente noi stessi e il mondo.

La maturazione della coscienza collettiva e individuale attraverso lo yoga

Fare yoga è una pratica millenaria che offre molteplici benefici soprattutto attraverso l’armonia tra mente, corpo e respiro. In particolare, si è dimostrato essere in grado di portare a una profonda maturazione della coscienza individuale e collettiva.

Con “maturazione della coscienza individuale” si intende che lo yoga permette di approfondire in particolar modo la conoscenza di sé stessi. Attraverso la consapevolezza del respiro e il movimento controllato, si impara ad ascoltare il proprio corpo e a comprenderne i limiti.

Ciò conduce a una maggiore comprensione delle emozioni e del proprio stato mentale, facilitando un processo di crescita personale e auto-realizzazione. Allo stesso tempo, questa pratica può creare un legame più profondo con gli altri e promuovere così la coscienza collettiva.

Durante le lezioni di yoga di gruppo, le persone condividono un’esperienza comune, creando un senso di unità e questa condivisione favorisce l’empatia e il rispetto reciproco.

In definitiva, si viene perciò a rafforzare il senso di connessione tra i partecipanti e con il resto del mondo, stimolando anche quella che si chiama in maniera più ampia “coscienza universale”.

La solitudine è solo apparente

L’esperienza che mano a mano viene approfondita, mentre si pratica, è che l’energia che muove il nostro mondo interno è la stessa che muove lo spazio intorno a noi e viceversa in un processo ritmico, costante e che ci rende permeabili, mai separati, e mai da soli.

I benefici psico-fisici dello yoga: la totalità del benessere

Lo yoga è molto più di una semplice attività fisica; è una pratica olistica che attraverso una combinazione di asana (posizioni fisiche), pranayama (controllo del respiro) e meditazione, offre una gamma completa di benefici per mente e corpo.

Dal punto di vista fisico, questa pratica è in grado di migliorare la flessibilità, la forza muscolare e l’equilibrio. Gli asana stimolano la circolazione sanguigna, migliorano l’apporto di ossigeno ai tessuti e aiutano a ridurre la tensione muscolare. Ciò contribuisce a una postura migliore e a un corpo più tonico ed elastico.

La pratica del pranayama, invece, aiuta a calmare il sistema nervoso, ridurre lo stress e aumentare la chiarezza mentale. E, infine, la meditazione favorisce una maggiore consapevolezza di sé e una mente più tranquilla e concentrata.

Tutti questi benefici psico-fisici si traducono, nel lungo periodo, in un miglioramento generale della qualità della vita: lo yoga è, perciò, un’opportunità per riconnettersi con il proprio essere interiore e per ritrovare l’equilibrio mentale ed emotivo.

In conclusione: perché fare yoga?

Visto quello che abbiamo detto, possiamo sostenere perciò che il motivo per cui fare yoga va oltre il semplice benessere fisico. La pratica delinea, infatti, un percorso di crescita personale e di connessione con gli altri attraverso la consapevolezza individuale e collettiva. permettendoci di approdare a quel benessere sociale fatto di rispetto, empatia, comunione di intenti per un indirizzo comune

L’unione tra mente e corpo, insieme alla meditazione, favorisce una profonda armonia interiore e l’equilibrio psico-fisico raggiunto si riflette poi in una migliore qualità della vita, lasciando un’impronta positiva sia in noi stessi che nel mondo che ci circonda.

Lo yoga è perciò una chiave preziosa per scoprire la totalità del benessere e della consapevolezza.

L’auspicio più grande è che praticare yoga possa nel tempo accompagnare e disciplinare l’individuo nella realizzazione di un benessere sociale e civile dove il rispetto, l’empatia, la solidarietà siano i capisaldi per un bene realmente comune e totalizzante.

Ashtanga Yoga: passo dopo passo verso le 6 serie

Ashtanga Yoga: le posizioni, perché ci sono 6 serie, quali sono le caratteristiche e dove si pratica.

 

L’Ashtanga Yoga rappresenta uno degli stili tradizionali più diffusi e apprezzati su scala planetaria.

 

Si caratterizza per un’esecuzione degli asana intensa, dinamica e vigorosa. Al di là del suo aspetto “ginnico” il ritmo del respiro scandendo il passaggio da una posizione all’altra, rende il legame tra mente e corpo costante: motivo per il quale viene considerato una forma di “meditazione in movimento”.

Cos’è l’Ashtanga Yoga

Per capire meglio cos’è l’Ashtanga Yoga l’ideale è partire dal significato della parola “ashtanga”, introdotta per la prima volta dal Maestro Patanjali. Essa si riferisce agli otto passi che lo yogi deve compiere per raggiungere la liberazione e trovare davvero sé stesso. Vediamoli nel dettaglio:

 

  • Le azioni sociali che si fanno verso gli altri.
  • Le azioni che l’individuo compie verso sé stesso.
  • Posizioni posturali.
  • Ciò che riguarda la respirazione.
  • Digiuno dei sensi.
  • Concentrazione profonda.
  • Meditazione profonda.
  • L’assorbimento completo o Liberazione finale.

 

Il raggiungimento della condizione ultima dell’Ashtanga Yoga avviene tramite una sequenza di asana strutturata secondo 6 serie e particolari regole.

 

Al riguardo è bene ricordare che in Patanjali la pratica degli asana e la meditazione sono perfettamente omologabili e che tutto il suo insegnamento racchiuso negli Yoga Sutra è volto al raggiungimento del Samadhi quale totale liberazione da tutti i processi mentali al fine di ottenere la Liberazione. Pertanto, anche nell’Ashtanga Yoga le posizioni sono da interpretare e vivere non finalizzate a sé stesse, ma nel raggiungimento di quello scopo.

Origini dell’Ashtanga Yoga

L’Ashtanga Yoga si è sviluppato a partire dal XX secolo, grazie all’opera del Maestro Sri K. Pattabhi Jois, allievo di uno dei massimi guru dello yoga: T. Krishnamacharya.

 

Da lui ha imparato a memoria le nozioni del testo Yoga Korunta di Vamana Rishi, del quale non sono pervenute edizioni scritte.

 

La diffusione degli insegnamenti di Pattabhi Jois è stata portata avanti dal nipote Sharat Jois. Il punto di riferimento è quanto riportato nello Yoga Korunta, il quale rimanda in diversi passaggi allo Yoga Sutra di Patanjali.

 

L’intento è, quindi, quello di portare avanti un cammino di evoluzione e ricerca spirituale attraverso il rafforzamento del corpo fisico, per poi ottenere un controllo ottimale del respiro e della mente.

Ashtanga Yoga: le 6 serie

L’Ashtanga Yoga è strutturato in sei serie, ognuna delle quali presenta delle sequenze fisse. Esse hanno dei tratti in comune, ovvero:

 

  • Due tipi di saluto al sole, da eseguire da 3 a 5 volte.
  • Sequenza di posizioni fondamentali da fare in piedi: asana di equilibrio ed energetici.
  • Sequenza di chiusura. Si raggiunge un apice energetico per poi alleggerire la pratica.

 

Le serie sono pensate secondo un livello crescente di difficoltà. La prima serie è nota come Yoga Chikitsa ed è quella iniziale dell’Ashtanga Yoga. Il fine è purificare, disintossicare, rafforzare il corpo e renderlo flessibile. È quella maggiormente praticata.

 

Le sequenze successive sono concepite secondo un livello crescente di difficoltà e intensità. L’ultima serie porta al raggiungimento della liberazione finale. Il percorso richiede umiltà, costanza e ascolto di sé.

I benefici dell’Ashtanga Yoga

L’Ashtanga Yoga permette di scaricare lo stress e piace molto a quanti sono alla ricerca di una pratica dinamica. Agisce inoltre sui disturbi articolari e il mal di schiena, a meno di non presentare particolari problemi strutturali, migliorando lo stato di apparati quali cardiovascolare, respiratorio e digestivo.

 

È efficace per riequilibrare situazioni di ansia e depressione, poiché va ad aumentare la concentrazione e l’energia vitale.

 

Ci sono delle controindicazioni? Potrebbero esserci per quanti presentano dolori alla colonna vertebrale, alle articolazioni o hanno delle parti infiammate. Per chi è alla ricerca di uno stile più lento e rilassante risulta agli antipodi.

Conclusioni: dove fare Ashtanga Yoga

Dove è possibile fare Ashtanga Yoga? Si può fare ovunque, anche a casa. L’ideale è farsi seguire da insegnanti preparati e che hanno conseguito un percorso apposito, in maniera tale da assimilarne i corretti principi e tutte le indicazioni necessarie per rispettarsi, accettare le difficoltà iniziali e ottenere così i massimi benefici.

 

DA RICORDARE :

Quando ci mettiamo in piedi o seduti sul tappetino per praticare o meditare, qualsiasi sia la forma o il livello di yoga, il senso dovrebbe essere sempre quello di uscire dalla dimensione del nostro piccolo ego per offrire la nostra pratica a qualcosa di più grande.

Respirazione yoga: scoprire la nostra forza vitale

Nascendo tutti respiriamo, solamente con lo Yoga possiamo apprendere la corretta respirazione per aumentare la nostra vitalità.

 

La respirazione yoga è uno dei pilastri della disciplina, tanto negli esercizi dinamici quanto in quelli di meditazione.

 

Si tratta di un aspetto attorno al quale la persona si trova a lavorare costantemente e che si apprende nel tempo. Questo perché se è vero che tutti in automatico inspiriamo ed espiriamo fin da quando veniamo al mondo, non significa che lo facciamo correttamente.

 

Con lo yoga la respirazione diventa un amico fidato su cui contare sempre, nei momenti della pratica come in quelli della quotidianità.

 

Uno strumento indispensabile per gestire le situazioni d’ansia e quelle di maggiore difficoltà, in cui mantenere la mente lucida e il corpo rilassato diventa una vera e propria sfida. Che con le giuste tecniche si riesce a vincere, accettandosi e imparando a conoscersi.

Respirazione e yoga

Se c’è un aspetto che fa parte della storia dello yoga fin dalle origini è la respirazione. Già agli albori della disciplina i primi maestri ne avevano scoperto l’utilità, qualcosa che è molto più del semplice atto di prendere aria per poi portarla all’esterno.

 

Grazie alla respirazione avviene uno scambio tra corpo e ambiente esterno. In questo modo i polmoni espellono dal sangue l’anidride carbonica in eccesso, incorporando ossigeno per circa il 21% dell’aria.

 

Nello yoga la respirazione è vita dal momento che insieme all’ossigeno viene incorporata l’energia vitale.

 

Le tecniche per imparare a gestire, applicare e prendere consapevolezza del respiro sono diverse e si trovano nella parte nota come Pranayama.  Ad ogni modo, prima di approcciarsi agli esercizi più complessi del Pranayama, evitando il fai-da te e affidandosi alla guida di un insegnante qualificato, è raccomandabile iniziare da semplici tecniche di respirazione.   Alcune sono comuni a yoga e pilates, sebbene nel pilates il movimento segua essenzialmente una respirazione inversa rispetto allo yoga.

I benefici della respirazione yoga

I benefici dello yoga sono molteplici. Vediamo insieme alcuni tra i più interessanti:

 

  • Riduzione dello stress.
  • Maggiore ossigeno nel sangue, a fronte di un benessere per la condizione cellulare di tutto l’organismo.
  • Se il sangue si trova in una condizione ottimale, stanno meglio tutti gli organi, compreso il cervello: si ottiene quindi un aumento di lucidità e concentrazione.
  • Maggiore vitalità.
  • Mente più calma.
  • I muscoli del corpo, essendo più nutriti dal sangue, diventano più forti. Questo soprattutto quando la respirazione viene praticata all’interno degli asana.
  • I tessuti dei polmoni si mantengono più elastici e giovani.
  • Da ricordare quanto una corretta respirazione concorra ad evitare la acidità tissutale quale possibile porta di ingresso di molte patologie.

Le tipologie base di respirazione yoga

Nello yoga come nel pilates esistono tre tipi di respirazione. Ognuna può essere applicata all’interno di molteplici esercizi, per poi essere adoperata al di fuori della pratica a seconda delle esigenze della persona. Entriamo più nel dettaglio:

 

  • Respirazione addominale. Si utilizza soprattutto la parte inferiore dei polmoni, attivata durante l’inspirazione tramite il diaframma: l’addome diventa gonfio e si abbassa il torace. Nell’espirazione il diaframma scende e i polmoni si svuotano. Il risultato è una respirazione molto profonda che porta una rigenerazione intensa del sangue e degli organi interni.

 

  • Respirazione toracica. Si utilizza la parte mediana e alta dei polmoni, attivata durante l’inspirazione allungando i muscoli intercostali: il torace si allarga e i polmoni sono in espansione. Nell’espirazione i muscoli intercostali effettuano una contrazione e il torace si restringe. L’ossigenazione interna è minore. Si tratta di una respirazione molto utile per molteplici movimenti.

 

  • Respirazione clavicolare. Si utilizza solo la parte più alta dei polmoni, attivata durante l’inspirazione portando in su le clavicole e le spalle, che poi si abbassano espirando. Una respirazione veloce e simile a quella che facciamo automaticamente, indicata per gli esercizi dove la velocità di esecuzione è maggiore. L’ossigenazione è ai minimi livelli. Questo tipo di respirazione esercitando un’azione anche sui muscoli del collo aiuta a liberare e a decontrarre le vertebre della colonna cervicale, spesso così chiusa nelle nostre spalle, restituisce libertà alla gola e, leggerezza e verticalità alla testa.

 

Il lavoro sulla respirazione deve avvenire in modo molto graduale per essere ben compreso ed assimilato. Una volta acquisita la giusta familiarità con queste tre respirazioni yoga sarà possibile introdurre la respirazione yogica completa, fare esperienza del movimento del muscolo diaframmatico e della sua importanza in tutta la dinamica respiratoria.

 

Respirazione e assenza di sforzo

La scienza del respiro che definiamo come Pranayama, al di là dei suoi aspetti fisiologici, non è semplicemente una serie di tecniche, ma è uno strumento importantissimo grazie al quale poter abbandonare le tensioni e riattivare le energie bloccate. È anche lo strumento che ci consente di espandere la nostra consapevolezza, dove ricollegandoci con piena naturalezza al ritmo universale della vita ci riconosciamo in quell’afflato che è alla base della nostra spiritualità.

L’esperienza che si apre poco alla volta è che non occorra alcuno sforzo o genere di controllo per respirare ma che sia il corpo stesso ad aprirsi ad accogliere il respiro per poi lasciarlo andare.

Conclusione

La respirazione è il perno attorno al quale ruota lo yoga e le discipline, come il pilates, che si sono a essa ispirate. Qualcosa che, se appreso correttamente, permette di ottenere molteplici benefici per la salute e il benessere dell’organismo.

Ma principalmente rappresenta il perno intorno al quale ruota tutta la nostra vita, per qualità, durata, profondità, vitalità;  ancor di più rappresenta l’espressione più grande alla quale tendere come esseri umani:  la non dualità.

 

Riequilibrare l’organismo con la dieta yoga

Una dieta equilibrata rigorosamente vegetariana, frutta, verdure, spezie, erbe e semi, tutte le vitamine ed i minerali fondamentali per il nostro organismo.

Lo yoga da sempre è riconosciuto come un’attività salutista completa, in grado di coinvolgere il benessere psicofisico totale.

Ciò che però non tutti considerano è che, per riuscire ad ottenere un beneficio totale da questa pratica, anche l’alimentazione ha la sua importanza e non deve essere trascurata.

La dieta yoga si basa principalmente sull’idea di nutrire il corpo con alimenti freschi, integrali naturali e soprattutto di stagione, ma davvero questo approccio all’alimentazione ha una relazione stretta con quest’attività? E che tipo di cibi è più consigliato consumare?

C’è davvero un legame tra dieta e yoga?

Indipendentemente dallo stile di yoga, l’obiettivo finale di chi segue questa pratica è alla fine sempre quello di raggiungere un benessere psicofisico generale. L’alimentazione, perciò, non può essere esclusa da questo processo avendo un’influenza diretta sulla salute.

Secondo l’ayurveda, l’antica forma di medicina indiana, ciò che mangiamo influisce sulle nostre emozioni e pensieri e vi sono alimenti che hanno effetti benefici, purificando il corpo e calmando la mente.

Il cammino dello yoga ha come obbiettivo la libertà dell’essere e per raggiungerlo il modo in cui ci si alimenta non può essere trascurato.

Ogni organismo è una realtà a sé stante e in quanto tale a necessità di bilanciare l’assunzione dei nutrienti in base alle specifiche necessità. Ciononostante, una dieta ad esempio, troppo ricca di proteine animali produrrà una quantità di purine che andranno a sedimentarsi nel corpo e principalmente nelle articolazioni rendendole meno mobili ed elastiche.

Per questo viene calorosamente raccomandato di bilanciare la quantità di proteine eventualmente assunte con una quantità almeno doppia di verdure crude.

È importante inoltre non solo mangiare i cibi giusti, ma anche controllarne le quantità: l’eccesso di cibo provoca sensazioni di gonfiore e irritabilità, in contrasto con l’approccio yoga che favorisce la purezza.

Sentirsi pesanti, intossicati infatti avrà un riscontro poco positivo anche sullo stato mentale e sull’umore della persona, rendendola meno fluida, tollerante e pacifica.

Ciò che questa pratica insegna è quindi di ascoltare il proprio corpo e mangiare in base alle necessità individuali e correggere gli eventuali eccessi.

Certamente, una dieta ricca di cereali integrali in giusta proporzione con legumi e ortaggi crudi avrà da un lato il vantaggio di alleggerire di gran lunga tutto processo digestivo, di veicolare meglio i nutrienti essenziali in tutto il corpo e di eliminare l’eccesso, avrà il vantaggio importante di mantenere basico il PH del sangue diminuendo il rischio di processi infiammatori con il risultato finale di rendere il praticante più morbido, fluido, libero e conseguentemente più felice.

Qual è la dieta settimanale yogica migliore?

La dieta yoga ideale è principalmente caratterizzata da una scelta alimentare coerente con i valori etici e morali di questa disciplina.

Sebbene molti praticanti prediligano un’opzione vegetariana o vegana, è importante ricordare che l’aderenza a uno stile di vita completamente senza carne può richiedere tempo e adattamento.

Nello specifico, gli alimenti che favoriscono la purificazione del corpo e della mente includono frutta fresca, verdure a foglie verdi, cereali, latte, frutta secca e spezie come lo zenzero.

È consigliabile inoltre limitare il consumo di cibi piccanti, cipolle, aglio, tè, caffè e cibi fritti, che possono stimolare eccessivamente la digestione, o a lunga conservazione, ricchi di grassi saturi e zuccheri.

Non bisogna poi dimenticare l’importanza di includere legumi e cereali nella propria dieta yoga, per un corretto apporto di fibre e proteine, o il pesce per chi non ha aderito allo stile vegetariano, in quanto fonte di Omega 3.

Per quanto riguarda le pratiche alimentari, è consigliabile consumare pasti più piccoli, masticare lentamente, evitare distrazioni durante i pasti e mantenere una corretta idratazione con almeno due litri d’acqua al giorno.

Per concludere… un esempio di dieta yoga

Non esiste nella dieta yoga un menù prestabilito, in quanto è importante che ognuno ascolti il proprio corpo, le sue esigenze del momento. Risulta però fondamentale riuscire ad assumere tutte le sostanze benefiche fondamentali alla salute psicofisica.

Un esempio di menù giornaliero potrebbe includere un tè verde con miele al mattino, uno spuntino a base di centrifugato di frutta, verdura e mandorle a metà mattina, uno yogurt magro e una macedonia come merenda pomeridiana.

Per il pranzo, una zuppa di legumi con contorno di verdure fresche seguita da un hamburger di tofu con spinaci e piselli per cena. Prima di coricarsi, è possibile infine gustare un infuso rilassante.

Questo si tratta però solo di un esempio e non è adattabile a tutte le persone, con le esigenze specifiche di ciascuno. Ciò che conta, quindi, è trovare l’equilibrio adatto a noi e la dieta yoga migliore per i nostri bisogni.