Piccola riflessione spontanea
Questo breve scritto nasce solo da una riflessione personale: spero che possiate trovare il tempo e la voglia di leggerlo per condividere non solo ciò che ormai rappresenta un pensiero e una preoccupazione comune, ma anche per illuminare le strategie e le risorse già in nostro possesso per poterle trasformare.
Ormai da due anni questa pandemia, con tutto ciò che ne consegue, ci ha messo a dura prova modificando profondamente le nostre abitudini e limitando tutto ciò che ritenevamo ormai come acquisito. Assistiamo ad atteggiamenti di grande chiusura, di discriminazione, di incertezza, e purtroppo talvolta a profusioni di rabbia e di cattiveria: tutte espressioni, in sostanza, di una grande sofferenza.
Una delle maggiori difficoltà del genere umano è determinata proprio dalla paura del cambiamento. Ma , a guardar bene, la certezza più importante che abbiamo e’ che tutto nella vita è impermanente, che tutto cambia e si modifica, e che il malessere maggiore può nascere proprio dall’osteggiare questo inevitabile processo.
Probabilmente anche quando saremo usciti, finalmente, da questo periodo, niente tornerà come era prima, anche noi, probabilmente, non saremo più gli stessi di prima, né migliori né peggiori. Voglio credere che, una volta riconosciuta e lasciata andare asmita, in questo caso l’illusione di poter tornare a ripercorrere tutto ciò che rappresenta ormai il nostro passato, se ne possa uscire diversi perché arricchiti di una maggiore presa di coscienza rispetto al valore e al significato della vita.
Forse ci siamo confusi a tal punto da aver perso un po’ il senso di questo nostro passaggio terreno.
In questo contesto appare sempre più evidente l’importanza del praticare: lo yoga ci consente di rinforzare le nostre fondamenta per mantenerci stabili di fronte agli eventi anche i più difficili, nello stesso tempo ci mette anche a disposizione tutti gli strumenti necessari per imparare a mantenerci coraggiosi, fluidi e propositivi e tornare così protagonisti attivi della nostra esistenza.
Lo yoga ci fa riscoprire la bellezza che siamo, ci toglie, se lo vogliamo, gli abiti della paura, della consuetudine, della rigidità, per svelarci a quel rapporto di stupefacente intimità con l’essenza che siamo, ci nutre della nostra verità, della consapevolezza della sorgente da cui veniamo e che origina tutto ciò che è.
Lo yoga è un’ arte e come l’artista che dipinge la sua tela trasferendo attraverso il pennello il suo sentimento la sua intuizione estetica ed estatica così lo yoghin arriva a plasmare il suo corpo con tutta la forza del suo mondo interiore.
Da pochi giorni un grande maestro spirituale a livello globale ha lasciato il suo corpo fisico: Tich Nath Hanh.
Al di la del cordoglio unanime per una perdita così importante, ma che di fatto non esiste, perché l’essenza di questo maestro continuerà a vivere tra di noi e nelle pagine dei tanti testi che ci ha lasciato, credo che il maggiore tributo che possiamo rendergli onorando il suo passaggio terreno sia cercare di raccogliere la sua “eredita’” e cercare di renderla vitale “ad ogni nostro passo “.
Thay un monaco e prima ancora un uomo coraggioso che e’ riuscito con determinazione ad andare oltre ogni sofferenza, anche quella della guerra. Ha celebrato instancabilmente la sacralità della vita in ogni sua forma, mantenendo chiaro come obbiettivo, la ricerca della pace. Una pace che suggerisce di cercare prima di tutto al nostro interno, nella gentilezza del nostro cuore, verso noi stessi, fra di noi e poi in tutto il mondo, guardando l’altro come parte di se.
Pertanto come sempre l’invito è quello di continuare a srotolare, tutte le volte che potete, il vostro tappetino, rivolgere l’attenzione a voi stessi con la maggiore tenerezza possibile e ricreare al vostro interno un tempio di calma e stabilità. Un invito a colmare la solitudine risanando sempre la distanza che, prima di tutto, vi separa da voi stessi; un invito a restare nel flusso meditativo affinando le percezioni sottili e con quelle, come un nettare, nutrire la vostra mente, renderla forte, calma e cordiale. In una parola trasformata e trasformante.