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YOGA E MEDITAZIONE

“La meditazione possiede il potere di raffinare il nostro sguardo sulle cose, fino a quando sono le cose stesse a mostrare la loro pura essenza e a insegnarci la vita.

Molto spesso tra le pieghe di un caos assordante, discende su di noi il silenzio delle parole e, miracolosamente, qualcosa si illumina e diviene chiaro.” Andrea Boni.

YOGA E MEDITAZIONE

VIA GRANDE 189:  martedì e venerdì 7.30 – 8.45 a.m.

MARILIA:  il sabato 8.00 – 9.00 a.m.

Con ELISABETTA FEDELI – Insegnante di yoga e meditazione

Lezione di prova al 347.5767573

Meditazione e respirazione: come funzionano e come sono connesse

Meditazione e respirazione influenzano positivamente la vita quotidiana, approfondiamo le tecniche più efficaci di respirazione.

 

Meditazione e respirazione sono due aspetti intrinsecamente legati nello yoga e consentono di ottimizzare i benefici fisici, mentali e spirituali della singola sessione.

Il respiro è infatti uno degli strumenti più potenti di questa disciplina antichissima e imparare a concentrarsi su di esso può rivelarsi a volte tutt’altro che semplice: comporta infatti una ricerca interiore che accompagna la persona tutta la vita.

Uno dei Maestri di yoga attualmente più affermati è solito insegnare che “esistono tante respirazioni quanti sono i nostri stati emozionali” : questa è sicuramente la difficoltà più importante nel meditare.

La meditazione è un percorso graduale verso l’ auto-riconoscimento  della nostra natura essenziale e il respiro interfacciandosi direttamente come l’espressione più immediata della nostra vita è il supporto più naturalmente coinvolto nella gestione della nostra mente.

In questo articolo analizziamo il rapporto di scambio che lega respirazione e meditazione, connesse tra loro in maniera intima, profonda e imprescindibile.

 

Come si respira quando si medita

Esistono diverse tecniche di meditazione per un respiro consapevole. Esse hanno in comune un movimento che interessa in primo luogo il diaframma: il muscolo che più di ogni altro si occupa di regolare la respirazione, consentendo l’attivazione esatta del torace e dell’addome sia durante la fase di inspiro che in quella di espiro.

Il diaframma influisce perciò in maniera profonda sulle contrazioni che interessano le altre parti del corpo coinvolte durante la respirazione nella meditazione. Il flusso che porta da una fase all’altra dovrà essere fluido, lineare e naturale, privo di forzature. Questi gli step base che interessano il respiro nella meditazione:

  1. la persona si siede in una posizione comoda. La più comune è quella a gambe incrociate con, se necessario, un cuscino a sostegno per mantenere la schiena in posizione corretta ed eventualmente un telo sotto le ginocchia, sempre per una maggiore comodità. Nulla vieta di adagiarsi su una sedia oppure di adottare altre posizioni: l’importante è riuscire a portare l’attenzione sul respiro;
  2. inspirazione: si introduce aria dal naso, con la bocca chiusa, pensando di indirizzarla verso l’addome;
  3. quando si arriva quasi all’apnea si fa una leggera pausa, non troppo lunga in modo da non fermare il flusso del respiro. La sensazione che deriva da questo piccolo gesto è generalmente di una maggiore serenità;
  4. espirazione: si butta fuori l’aria con un tempo simile a quello dell’inspirazione;
  5. consigliamo di contare i tempi in cui si inspira e quelli in cui si espira (che dovrebbero essere uguali o molto simili come accennato poc’anzi) per poi dilatarli con dolcezza, allungandoli;
  6. è possibile fare una seconda pausa oppure ricominciare con un nuovo respiro.

 

Meditazione e respirazione: una pratica antichissima

Meditazione e respiro sono due aspetti basilari di qualsiasi stile dello yoga. Su entrambi si sono soffermati diversi maestri nel corso dei secoli, a cominciare da Patanjali nello Yoga Sutra, il quale ha analizzato in particolare la fase del pranayama: essenziale per gestire il respiro nella meditazione.

Ricordiamo che la meditazione è un momento della pratica che dovrebbe esserci sempre alla fine di qualsiasi sessione. Presenta diversi benefici, portando la persona a connettersi profondamente con se stessa. Qualcosa che è possibile grazie al connubio costante tra meditazione e respirazione.

 

Conclusioni su meditazione e respirazione

Oggi abbiamo visto come impostare respiro nella meditazione, almeno a livello base. Si tratta, pertanto, di un vero e proprio mondo da esplorare, cosa che si riesce a fare in maniera più approfondita durante le lezioni, imparando ulteriori tecniche da sviluppare in relazione ai chakra e al proprio percorso individuale.

In tal senso, il confronto con insegnanti esperti e preparati si rivela un vero e proprio valore aggiunto, confermando l’importanza della dimensione relazionale nello yoga.

Capire quali chakra sono bloccati e sbloccarli con la meditazione

Questo articolo riveste solo carattere divulgativo, senza avere pretesa alcuna di approfondire un tema così importante come il sistema dei chakra, Un sistema che affonda le sue radici nell’India antica delle Upanishad e le cui origini risultano per molti ancora molto complesse e perfino oscure e proprio per questo, possono dare origine a diverse teorie e interpretazioni di gusto, a volte, prettamente new age.

 

Quando si è stanchi, sia fisicamente che mentalmente, è necessario cercare delle soluzioni che ci permettano di ritrovare il benessere psicofisico per non lasciarsi sopraffare dallo stress che ci trasmette tutto ciò che ci circonda e che non va.

Non è così facile da intuire, ma spesso quando ci sentiamo senza energie si è soliti leggere che probabilmente i nostri chakra, cioè i centri energetici responsabili del nostro benessere a 360 gradi, sono chiusi.

Cosa significa? Semplice, ogni chakra diffonde il prana alle regioni vitali assicurando una buona salute. MA è anche necessario sfatare un luogo comune: i chakra non si aprono e non si chiudono come se fossero dei rubinetti e soprattutto non c’è nessuno che possa cambiare uno “status quo” al posto nostro se non la nostra la nostra capacità di indirizzare la nostra energia e la nostra coscienza.

Ogni chakra è anche circondato da un determinato elemento, se questo si blocca limita anche il movimento del chakra che così si rallenta, non permettendo la diffusione del prana nella regione locale, causando i problemi che si percepiscono sia nella mente che nel corpo.

Capire come sbloccare i chakra è molto importante per ritrovare la giusta energia psicofisica e un grande aiuto arriva dalla meditazione.

 

Come si fa a sbloccare i chakra

Se abbiamo capito che un chakra è bloccato è necessario trovare rimedi efficaci per ritrovare il nostro benessere. E il rimedio sicuramente efficace a nostra disposizione è la Meditazione.

Come accade per lo yoga non è insolito trovare termini quali Meditazione e chakra rappresentati come un binomio ideale per risolvere il problema e poter godere così di un perfetto funzionamento di mente, corpo e spirito. Questo binomio, in realtà, si rifà ad un testo del più recente X secolo – Gorakshashatakam – che voleva appunto dare istruzioni su come meditare sui chakra. Questo è solo uno dei testi che ha permesso al nostro Occidente la presa di coscienza dell’esistenza meno materiale di un corpo energetico, più sottile e delle modalità per poter interagire con le correnti praniche che lo attraversano.

In realtà la Meditazione non necessita di “etichette” è una pratica di ascolto e di riconoscimento della nostra natura essenziale. Attraverso la ritrazione dei sensi più grossolani e il riassorbimento della mente “ordinaria” permettiamo al nostro prana di veicolare nuovamente senza blocchi sbloccando conseguentemente i nostri chakra.

Il punto fondamentale è di concentrare tutta l’attenzione su quello che è il chakra bloccato, spingendo l’energia in quell’area specifica utilizzando elementi importanti come mantra, mudra e le tecniche di respirazione, sempre preziose.

Altri strumenti da impiegare per raggiungere l’obiettivo sono le affermazioni, cioè frasi positive che possono riuscire a rimuovere i blocchi mentali, canalizzando l’energia positiva e sbloccare i chakra.

 

I 7 chakra principali

Le pratiche per favorire il benessere psicofisico si basano sui 7 chakra principali che formano un canale energetico e va dal coccige al capo seguendo la colonna vertebrale.

Vediamo quali sono.

Muladhara

Muladhara è il chakra della radice e si trova alla base della spina dorsale. Rappresenta la stabilità psichica e quando è bloccato causa carenza di energie, mancanza di fiducia e scoraggiamento, diffidenza e altri disturbi legati al tratto intestinali come, ad esempio, dissenteria e stitichezza.

Svadhistana

Svadhistana è il chakra sacrale. Si trova sotto l’ombelico ed è collegato alle gonadi. Rappresenta la voglia di vivere e il centro del piacere.

Se è bloccato si manifestano sensazioni come rammarico, senso di colpa e repressione sessuale.

Manipura

Manipura è il chakra del plesso solare e si trova nell’area della metà superiore del ventre. Collegato al pancreas, rappresenta la capacità di agire con energia, autostima e autonomia. Quando è bloccato ha questi sintomi: freddezza, indifferenza, insicurezza, resistenza ai cambiamenti, eccessiva competitività e non solo.

Anahata

Si tratta del chakra del cuore e si trova al centro della gabbia toracica. Rappresenta la capacità di amare emotivamente e quando è bloccato possiamo sentire sensazione come: difficoltà nei rapporti umani e rifiuto della responsabilità, oltre che dolori alla colonna vertebrale e alle spalle.

Vishuddha

Chakra della gola, Vishuddha è collegato alla tiroide. In questa sede scorrono la capacità di comunicare e la creatività. Quando è bloccato si manifestano inibizioni, timidezza, difficoltà ad esprimere pensieri e sentimenti, mal di gola, mal di denti.

Adjnia

Si tratta del chakra della fronte e si trova in mezzo alle sopracciglia. Collegato all’epifisi è sede dello spirito e dell’intelletto. Se è bloccato possiamo provare difficoltà di concentrazione e apprendimento, mancanza di fantasia, pensieri negativi, mal di testa, debolezza visiva.
Sahasrara

Sahasrara

Chakra della corona, si trova alla sommità del capo. Legato all’ipofisi, è il centro della spiritualità. Quando è bloccato si possono manifestare attaccamento alle cose materiali, apatia e vuoto.

Appunti di pratica personale

La meditazione non è circoscritta alla sola capacità di mettersi seduti e cercare il silenzio della nostra mente. Spesse volte questo non funziona perché dopo un po’ prevale un senso di inquietudine che ci impedisce di restare sul nostro cuscino.

 

Nella mia esperienza personale avvalersi del supporto di piccole cose o di semplici gesti quotidiani può aiutare moltissimo nel prendere gradualmente familiarità con l’atteggiamento meditativo, prima ancora di sedersi.

Meditare è indossare un’attitudine di piena presenza attraverso la quale guardare quotidianamente alla nostra vita.

Ricordo ancora la saggezza della nonna:” prima di parlare conta fino a dieci, dopo di che valuterai ancora se sia il caso di parlare oppure no”: solo più tardi ho compreso il senso di quelle parole, quello che era un invito a prendere la distanza necessaria a guardare in modo più rilassato alla relazione che prima di tutto abbiamo con noi stessi e con la nostra vita. Un invito a prenderci il tempo occorrente a notare lo schema che sta alla base dei nostri pensieri ed abbandonarlo.

Possiamo imparare a meditare iniziando a soffermarci sulle piccole cose, ad esempio:

Provate a cogliere, prima ancora di berlo, l’aroma che emana il vostro caffè nel momento stesso in cui incontra la base del vostro naso; a seguire, permettevi di soffermarvi sulle diverse sensazioni che il caffè sprigiona quando impatta con le papille gustative nell’istante in cui incontra la punta della vostra lingua;

Poi lasciate il tempo al caffè di avvolgere le pareti interne della vostra bocca per poi scivolare caldo lungo la gola e infine giù fino alla bocca del vostro stomaco.

Momenti diversi che ad ogni passaggio vi restituiscono percezioni diverse: provate semplicemente a restare presenti accoglienti durante tutto questo percorso senza anticipare, senza possedere o privilegiare niente. Permettete alla vostra mente di riposare, di riassorbirsi in sé stessa e di ritrovare il suo stato originario.

Provate a familiarizzare con lo stato di una mente meditativa e scoprirete il segreto della gioia.

Imparare l’arte della meditazione richiede impegno, costanza, tenacia.

Meditare è un processo di conoscenza e di evoluzione personale continua che si interfaccia con la nostra vita e come tale occorre comprendere che non tutti i giorni sono uguali, ci saranno forse giorni no, ma sarà proprio in quei giorni che dovremmo non mollare la presa per poter riconoscere attraverso le differenze che emergono la chiave che ci consente di cambiare il nostro stato mentale e tornare a vedere la realtà per quello che è.

La meditazione alimenta il desiderio della meditazione

Importante iniziare dandosi dei piccoli obbiettivi con l’intento di ampliarli gradualmente: iniziare con pochi minuti per poi spostare l’asticella del traguardo sempre un po’ più in là potrà nutrire e consolidare l’interesse verso noi stessi e il nostro benessere grazie ad una pratica di graduale riconoscimento del nostro potere interiore, sempre presente e sempre disponibile.

Meditare ci insegna che esiste un’intelligenza di innata di saggezza che non appartiene al comune pensare e che ci fa comprendere qual è il ruolo nella nostra vita, valorizzandola.

Benefici Pilates: quali sono i 5 effetti di questo allenamento

Da tempo il pilates è una disciplina molto praticata perché ha la capacità di migliorare la salute fisica e mentale grazie ai suoi esercizi che promuovono uno stile di vita equilibrato e sano.

Atleti professionisti, persone in cerca di riabilitazione o semplicemente alla ricerca di un modo per mantenersi in forma, poco importa, il Pilates può essere una scelta perfetta per raggiungere i propri obiettivi di salute e fitness per una serie di motivi che includono la sfera fisica così come quella mentale.

Quali sono i 5 principali benefici del Pilates

Il pilates è stato ideato da Joseph Pilates agli inizi del 900 ed è una disciplina che combina elementi yoga, danza e ginnastica concentrandosi sulla corretta postura, sulla respirazione e sull’armonia del movimento.

I suoi benefici sono numerosi, tutto sta nell’eseguire gli esercizi in modo corretto seguendo alcuni principi fondamentali come: la concentrazione, il controllo, la precisione e la respirazione, ma non solo.

Scopriamo quali sono i 5 principali benefici del pilates.

Miglioramento della flessibilità

Sì, sembra proprio che la corretta esecuzione del pilates porti a un aumento della flessibilità e dell’elasticità. Questo perché gli esercizi sono progettati per allungare e rafforzare i muscoli, migliorando così la gamma di movimento delle articolazioni. Ciò previene gli infortuni e migliora la postura del corpo.

Aiuta a migliorare l’armonia fisica e mentale

Il pilates, con i suoi esercizi, permette di mantenere la forma fisica, non soltanto attraverso la perdita di peso, ma anche grazie al raggiungimento della perfetta armonia tra corpo e mente. In che modo lo fa? Grazie ai suoi movimenti precisi e ordinati.

Con questa disciplina è possibile ascoltare le necessità del proprio corpo e allontanare così ogni forma di stress.

Potenziamento muscolare

Grazie ai suoi movimenti controllati, il Pilates riesce a lavorare su tutti i gruppi muscolari, senza creare uno squilibrio tra loro. Questo porta a un rafforzamento muscolare uniforme, migliorando la forza e la resistenza. È un ottimo strumento per chiunque desideri migliorare la propria forma fisica.

Tonificazione del corpo

Allenando tutti i muscoli del corpo, la tonificazione è sicuramente uno dei benefici pilates più rilevanti. Perfetto per tonificare la fascia addominale, le braccia e i glutei e tutti gli altri muscoli del corpo.

Diminuzione del mal di schiena

Sempre più persone soffrono di mal di schiena, motivo per cui è davvero prezioso trovare soluzione che riescano ad alleviare questa condizione. Tra i benefici pilates c’è sicuramente anche questo; attraverso i suoi esercizi, infatti, rafforza il “core”, cioè la cintura addominale profonda aiutando a correggere gli squilibri muscolari e le cattive abitudini che spesso si nascondo dietro al mal di schiena.

Il pilates è utile per dimagrire?

Molte persone si chiederanno se il pilates è utile per dimagrire. La risposta è sì. Vediamo perché.

I suoi movimenti circolari e dolci aiutano a combattere la ritenzione idrica permettendo un dimagrimento in naturale e per niente aggressivo grazie anche alla tonificazione della muscolatura, in particolare nella zona addominale; questa viene messa alla prova dai numerosi esercizi che comporta.

Si tratta di una disciplina ideale per chi desidera bruciare grassi e calorie, sempre però accompagnata da uno stile di vita sano e una dieta equilibrata.