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Yoga in gravidanza: guida trimestre per trimestre

Gravidanza serena: benefici, posizioni sicure e avvertenze trimestre per trimestre, per una pratica dolce e consapevole.

 

Praticare yoga in gravidanza è un modo per accompagnare, con consapevolezza, il profondo cambiamento del corpo e della mente durante i nove mesi di gestazione. Questa disciplina, se guidata da professionisti esperti, è uno strumento efficace per sostenere la postura, migliorare la respirazione e favorire il rilassamento, con benefici che si estendono anche al benessere del nascituro. In questa guida tecnica analizziamo la pratica trimestre per trimestre, approfondendo l’argomento.

 

Benefici e sicurezza della pratica

Lo yoga gravidanza agisce su più livelli, combinando esercizi fisici dolci, tecniche respiratorie e momenti di ascolto interiore. Dal punto di vista fisiologico, favorisce l’allungamento e la tonicità dei muscoli, contribuendo a mantenere un corretto allineamento della colonna vertebrale. Non solo, migliora la circolazione e sostiene l’attività linfatica, riducendo gonfiori e senso di pesantezza alle gambe, frequenti nelle gestanti.

Sul piano respiratorio, l’allenamento al respiro profondo aumenta l’ossigenazione e sviluppa una maggiore percezione del diaframma, preparazione utile per la gestione del dolore e delle contrazioni durante il parto. A livello psicologico, lo yoga per donne in gravidanza aiuta a ridurre ansia e stress, incrementando la fiducia e la capacità di concentrazione.

Per comprendere come praticare yoga in gravidanza in sicurezza , è consigliato rispettare alcune linee guida, tra cui:

  • affidarsi esclusivamente a insegnanti qualificati in yoga prenatale;
  • comunicare eventuali problematiche ostetriche, o fisiche;
  • privilegiare una pratica lenta, controllata e rispettosa del proprio ritmo.

 

Controindicazioni e quando fermarsi

Nonostante i molteplici benefici, gravidanza e yoga devono essere integrati con prudenza, in particolare in presenza di complicazioni. La pratica va sospesa in caso di perdite ematiche, minaccia di aborto, placenta previa, ipertensione grave, contrazioni premature o rottura delle membrane.

Qualsiasi sensazione di vertigine, dolore addominale acuto o tachicardia persistente deve essere considerato come un segnale. Lo yoga, in questo contesto, deve essere uno spazio di sostegno e non di sfida: la priorità è la sicurezza della madre e del bambino.

 

Primo trimestre

Il primo trimestre, che copre approssimativamente le prime tredici settimane di gestazione, è una fase di adattamento intenso. Gli ormoni si modificano rapidamente, la stanchezza aumenta e possono comparire nausea e instabilità emotiva. Per questo motivo lo yoga nel primo trimestre di gravidanza è sconsigliato, in particolar modo per il fatto che il feto non è ancora consolidato.

Posizioni dolci, respiro e rilassamento

 

Molte donne vorrebbero praticare lo yoga nel primo trimestre, ma è consigliato limitarsi alla respirazione e alla meditazione. La priorità è proteggere il feto durante questa fase particolare e di “assestamento”.

La componente meditativa diventa centrale, infatti concentrarsi sul ritmo respiratorio e sull’ascolto corporeo favorisce un approccio morbido alla gravidanza, predisponendo la mente a una maggiore stabilità emotiva.

 

Secondo trimestre

Il secondo trimestre è spesso considerato il momento armonioso della gravidanza. Le energie tendono a stabilizzarsi, l’utero si espande e il corpo si adatta, permettendo una pratica più ampia e dinamica. È il periodo ideale per lavorare su equilibrio e forza, sempre nel rispetto dei limiti individuali.

In questa fase, lo yoga per donne in gravidanza mira a consolidare il tono muscolare, in particolare del pavimento pelvico e del core, senza creare tensioni eccessive. Le posizioni si adattano alla crescita dell’addome, con attenzione a mantenere la colonna neutra e a favorire l’allungamento laterale.

Stabilità del bacino e adattamenti

Il tema principale del secondo trimestre è la stabilità del bacino. Il rilascio dell’ormone relaxina aumenta la flessibilità articolare, riducendo la stabilità delle articolazioni pelviche e sacro-iliache.

Gli adattamenti principali possono includere:

  • Virabhadrasana II (Guerriero II) con microaggiustamenti e uso di supporti per preservare l’allineamento;
  • Trikonasana modificata, con braccio su un blocco per evitare compressioni;
  • Anjaneyasana (affondo basso) con sostegno sotto il ginocchio posteriore.
  • Esercizi di rinforzo isometrico del pavimento pelvico, coordinati al respiro.

Sono pratiche che consentono di mantenere una buona postura, ridurre lombalgie e favorire la stabilità necessaria per sostenere il peso crescente dell’addome.

 

Terzo trimestre

Con l’avanzare della gravidanza, il corpo raggiunge il massimo grado di espansione. Il peso aumenta, il respiro può farsi più corto e la stanchezza tende a crescere.

Lo yoga prenatale in questa fase si concentra sul rilascio della zona lombare, sull’apertura del bacino e sulla gestione del respiro. Ogni movimento deve essere eseguito lentamente, con attenzione e rispetto. La connessione tra respirazione e percezione del pavimento pelvico diventa il fulcro della preparazione al travaglio.

Preparazione al parto e posizioni di sollievo

Le posizioni yoga utili nel terzo trimestre sono pensate per favorire apertura, stabilità e comfort. Tra queste, la malasana modificata (accovacciata su supporti) aiuta ad allungare il pavimento pelvico e ad abituare il bacino alla posizione fisiologica del parto. Le posizioni di Supta baddha konasana e balasana larga favoriscono il rilassamento e la decompressione lombare, mentre i movimenti dolci del bacino in posizione quadrupedica mantengono la mobilità necessaria.

 

Domande frequenti

Ci sono alcune domande frequenti che, le mamme in attesa, si pongono. Proviamo a rispondere alle più frequenti.

  • È sicuro seguire lo yoga in gravidanza online?

Sì, a condizione che le lezioni siano condotte da insegnanti certificati e che le pratiche siano adattate ai diversi trimestri. È importante mantenere sempre il contatto con il proprio ginecologo o ostetrica per valutare eventuali limitazioni.

  • Quando iniziare a praticare yoga in gravidanza?

Preferibilmente dal secondo trimestre, seppur dal primo sia possibile dedicarsi a respirazione e meditazione. L’importante è che si sappia sempre come praticare yoga in gravidanza in sicurezza.

  • Posso praticare fino alla fine della gravidanza?

Sì, con le dovute precauzioni e adattamenti. Nelle ultime settimane si prediligono posture di sollievo, apertura e rilassamento, evitando ogni sovraccarico.

 

Il corso di yoga prenatale a Livorno

Per le future mamme che desiderano un percorso sicuro e personalizzato, YogaTime propone un corso yoga in gravidanza nella sede di Livorno, pensato per accompagnare ogni donna lungo tutte le fasi della gestazione. Gli insegnanti, professionisti formati in discipline olistiche e in anatomia applicata alla gravidanza grazie al conseguimento di Master specialistici in Yoga Prenatale, guidano le partecipanti con attenzione e sensibilità, adattando la pratica alle esigenze fisiche e psicologiche individuali.

L’approccio di YogaTime si basa sull’ascolto, sul rispetto dei tempi del corpo e sulla progressione graduale delle posizioni. Le lezioni integrano elementi di respirazione, rilassamento e movimento consapevole, offrendo un percorso completo che unisce tecnica, sicurezza e benessere. Il corso si avvale anche degli incontri con l’ostetrica e degli incontri con i futuri babbi.

Quanti tipi di yoga esistono e quale scegliere

Hatha, Vinyasa, Ashtanga, Yin, Iyengar, Kundalini: differenze, benefici e consigli per scegliere il tuo stile. Leggi la guida.

 

La disciplina yoga affonda le radici millenarie in India ma oggi è ormai diffusa in tutto il mondo. Esercizi fisici e stile di vita uniscono corpo, mente e spirito alla ricerca di benessere ed equilibrio. La diffusione verso l’occidente ha alimentato la scelta di stili, alcuni si concentrano su forza e resistenza, altri su meditazione e calma interiore e altri ancora sulla precisione tecnica o la fluidità di movimento.

Ma quanti tipi di yoga esistono? E soprattutto come scegliere tra i vari stili di yoga per avere benefici per la salute?

 

Perché esistono stili diversi

Lo yoga nasce come pratica spirituale e ha l’obiettivo di connettere corpo e mente; la sua evoluzione nei secoli ha reso la disciplina sempre più variegata.

Gli stili di yoga sono frutto di un’evoluzione della tradizione: alcuni maestri indiani hanno trasmesso insegnamenti differenti, enfatizzando aspetti specifici come la meditazione, le posture fisiche o la respirazione.

Rischiamo così di incontrare una separazione che nello yoga non ha ragione di essere, dal momento che non c’è yoga senza meditazione e viceversa e che il respiro è il punto di connessione fra corpo e mente, fra materia e anima.

Dovendosi adattare alla cultura occidentale gli esercizi sono stati modificati e hanno subito un’evoluzione per lavorare sia sul benessere fisico che su quello spirituale.

Rispondere alle esigenze individuali ha fatto il resto: proprio questo aspetto ha favorito la differenziazione dei tipi di yoga proponendo opzioni per fasce d’età, elasticità e aspettative.

Non meno rilevante il bisogno di sperimentazione: molti insegnanti hanno elaborato metodi originali, mescolando yoga tradizionale con arti marziali, danza, fitness o pratiche terapeutiche.

E questo purtroppo è ciò che non solo ha differenziato ma sta progressivamente svuotando questa antica disciplina dal suo significato più autentico e profondo.

L’aspetto positivo è che la diversificazione nei differenti stili ha consentito ad un maggior numero di persone ad avvicinarsi alla pratica invitandole poi a coglierne ed approfondirne la filosofia e l’indagine di sé.

 

Panoramica dei principali stili

Sono diversi gli stili di yoga disponibili e tra cui scegliere, bisogna considerare quali sono i propri obiettivi, il livello di preparazione fisica, la salute e quanto tempo si desidera dedicare alla pratica per poter individuare l’opzione migliore per sé.

In questo contesto vogliamo fornire una semplice descrizione  dei diversi stili di yoga a solo titolo conoscitivo

 

Hatha

Lo Hatha yoga è lo stile più tradizionale e rappresenta la base di molte altre pratiche. Si concentra su posture mantenute nella ricerca di una certa immobilità fisica e mentale  (asana), tecniche di respirazione (pranayama) e rilassamento. È indicato per principianti, poiché offre un approccio lento e consapevole. In questa pagina è possibile consultare una sequenza hatha per rilassare spalle e collo comprendendo meglio il tipo di stile.

 

Vinyasa

Caratterizzato da sequenze fluide, in cui il movimento è sincronizzato con il respiro. Dinamico e creativo, Vinyasa aiuta a migliorare coordinazione e resistenza. È consigliato per chi cerca un’attività fisica energizzante. Qui si possono approfondire i benefici del vinyasa yoga.

 

Ashtanga

Molto rigoroso e impegnativo, l’Ashtanga segue serie fisse di posizioni in ordine prestabilito. È indicato per chi ama la disciplina e vuole un allenamento fisico intenso. Richiede costanza e una buona preparazione.

 

Yin

Yin si basa sul mantenimento prolungato delle posizioni, anche per diversi minuti. Mira a stimolare i tessuti profondi e favorire il rilassamento. È ideale per chi cerca calma interiore, flessibilità e meditazione. Nel seguente articolo parliamo della pratica yin yoga nel dettaglio.

 

Iyengar

Enfatizza l’allineamento del corpo e l’uso di supporti (cinture, blocchi, cuscini). Iyengar è utile a chi ha problemi posturali o vuole lavorare sulla precisione dei movimenti. Richiede concentrazione e attenzione al dettaglio.

 

Kundalini

Integra posture, canti, respirazioni e meditazione per risvegliare l’energia vitale. Il Kundalini ha un approccio più spirituale e trasformativo, adatto a chi desidera lavorare su mente e coscienza.

 

Bikram

Praticato in una stanza riscaldata a circa 40°C, il Bikram prevede una sequenza di 26 posizioni. La sudorazione intensa favorisce la detossinazione e l’elasticità muscolare. È adatto a chi ama sfide fisiche e ambienti particolari.

 

Odaka

Stile contemporaneo nato in Italia, l’Odaka si ispira al movimento delle onde del mare e integra arti marziali e meditazione. Favorisce fluidità, adattabilità e armonia interiore.

 

Yoga della risata

Lo yoga della risata combina esercizi respiratori con risate indotte, che stimolano il rilascio di endorfine. È ideale per ridurre lo stress, migliorare l’umore e favorire la socializzazione.

 

Aerial

Lo yoga aerial utilizza tessuti sospesi per eseguire posizioni aeree, alleggerendo il peso del corpo e permettendo movimenti creativi. È divertente e rinforza muscoli poco usati, oltre a migliorare la fiducia in sé stessi.

 

Come scegliere in base agli obiettivi

Come si sceglie lo stile di yoga tra i tanti disponibili? Sicuramente avere chiari i propri obiettivi è fondamentale, così come imparare a conoscere i propri limiti e il livello di partenza.

Chi cerca soluzioni per rilassarsi e combattere lo stress dovrebbe puntare su yoga della risata, Yin e Hatha. Chi invece vuole allenarsi e migliorare la forma fisica dovrebbe puntare su Ashtanga, Vinyasa, Bikram e Aerial.

Le persone che desiderano correggere la postura e lavorare sulla consapevolezza del proprio corpo possono scegliere di praticare Iyengar e Odaka mentre per la spiritualità e la crescita interiore si preferiscono Kundalini e Hatha tradizionale.

E per chi è principiante? Solitamente si parte da Hatha e Vinyasa, due ottimi punti di partenza.

 

Domande frequenti e falsi miti

Tra le prime domande frequenti riguardo gli stili dello yoga c’è se si tratta di semplice stretching. Nonostante le posizioni lavorino sull’allungamento muscolare dobbiamo capire che l’obiettivo è l’equilibrio, la gestione del respiro e la concentrazione. Tutto ciò non toglie un allenamento che includa la forza fisica.

Ma anche i principianti non elastici possono iniziare? Assolutamente sì. Chi è fermo da un po’ o non è sportivo spesso percepisce una maggiore flessibilità già dopo poche lezioni.

Tanti si domandano se fare yoga significhi praticare una religione. Pur avendo origini spirituali, oggi viene inteso come sport e disciplina laica e può essere vissuto come pratica meditativa o attività fisica che aiuta a trovare un approccio equilibrato.

Attenzione ai pregiudizi: lo yoga non è una cosa da donne. Storicamente in India erano proprio gli uomini a praticarlo e dunque l’attività è assolutamente aperta a tutti senza alcun pregiudizio o limite.

Altra domanda a cui vorremmo rispondere: lo yoga fa dimagrire? Dipende dallo stile. Le pratiche più dinamiche quali Ashtanga, Vinyasa o Bikram favoriscono il consumo calorico. Le altre più dolci, invece, lavorano sull’equilibrio interiore. Senza dimenticare che anche la perdita di peso può essere la risultante di un riequilibro psico emozionale ritrovato.

Curiosità spesso richiesta riguarda i tempi in cui si possono notare i primi risultati. I benefici dello yoga si osservano già dopo poche settimane di pratica regolare. I primi riguardano il miglioramento della postura e la gestione dello stress. Serve però costanza per osservare cambiamenti duraturi e profondi.

Riguardo la questione della pratica in solitaria o in gruppo non c’è una modalità migliore di un’altra. Tutto dipende da cosa si cerca: nelle lezioni collettive si impara sotto la guida di un insegnante e ci si motiva a vicenda influenzati dall’energia positiva degli altri. La pratica individuale è invece consigliata nel caso ci siano problemi individuali o muscolo scheletrici particolari che richiedono un’attenzione specifica sulla singola persona.

Yoga per anziani: esercizi dolci e da seduti

Yoga per anziani: esercizi dolci e da seduti

Sequenze dolci, anche su sedia, per migliorare mobilità, equilibrio e respiro in sicurezza. Inizia oggi, al tuo ritmo.

 

L’età che avanza mette in difficoltà molte persone, sportive e non: i movimenti rallentano e nel frattempo si nota una perdita di elasticità da parte delle articolazioni. Dopo i 60 anni soprattutto, molte persone puntano a combattere il passare del tempo puntando su attività sicure come lo yoga per anziani. Sia principianti che sportivi possono approcciare la disciplina per migliorare la postura, rafforzare i muscoli e godere di una migliore pace interiore. La buona notizia? Non serve avere una flessibilità estrema né esperienza pregressa: conta solo la costanza e la voglia di prendersi cura di sé.

 

Perché fa bene dopo i 60

Prendersi cura del proprio corpo non ha età. Passati i 60 anni la pratica regolare di attività dolci quali lo yoga per anziani è di grande supporto per migliorare l’elasticità, ottenere comfort nei movimenti e lavorare sulla propria mobilità e sul proprio benessere mentale perché quando ci si muove meglio e con una maggiore agilità si é anche più felici.

Dal mantenimento della mobilità articolare, contrastando rigidità e perdita d’elasticità a un miglioramento dell’equilibrio: la costanza aiuta a prevenire cadute insegnando poi una migliore gestione respiratoria.

Qui si possono leggere tutti i benefici dello yoga per gli anziani approfondendo la tematica.

 

Precauzioni e controindicazioni

Chiaramente nonostante lo yoga per anziani sia approvato per ogni età e condizione è fondamentale muoversi con attenzione e buon senso. Oltre a chiedere un consiglio al proprio medico in caso di osteoporosi, artrosi e problemi cardiaci si dovrebbero evitare movimenti bruschi, indispensabile a volte usare supporti e gestire il respiro a un ritmo lento e naturale. In caso di affanno o difficoltà? Meglio fermarsi.

 

Yoga da seduti

No, non tutti gli esercizi di yoga ci richiedono di sdraiarci o assumere posizioni complicate. Nello yoga da seduti per anziani si prediligono soluzioni più stabili e comode per evitare affaticamento. La disciplina permette così di eseguire movimenti dolci che migliorano la circolazione, riducono la rigidità muscolare e favoriscono una postura corretta.

Mobilità di spalle e anche

Un esercizio semplice consiste nel sedersi dritti e iniziare a disegnare cerchi lenti con le spalle, prima in avanti e poi indietro. Questo movimento scioglie le tensioni del collo e apre il torace, migliorando la respirazione.

Per le anche, si può portare una gamba alla volta verso il petto, aiutandosi con le mani, senza forzare. Questo favorisce la flessibilità e riduce la rigidità tipica della zona pelvica.

Entrambi gli esercizi sono utili per mantenere una buona mobilità, prevenendo dolori e irrigidimenti che con l’età possono diventare frequenti.

 

In piedi con supporti

Un’alternativa allo yoga con la sedia? Quello in piedi, ma ovviamente utilizzando dei supporti che fungano da sostegno. lo scopo di ritrovare un equilibrio è costruirlo con pazienza e gradualità non sfidarlo.

Sedia, muro, cinghia

Nella pratica dello yoga da anziani possiamo aiutarci con 3 accessori che diventano alleati:

  • La sedia facilita i movimenti e il sostenersi durante gli esercizi;
  • Il muro offre stabilità e quindi ci si può appoggiare mantenendo una postura corretta;
  • La cinghia facilita lo stretching allungando dolcemente il nostro corpo senza forzarlo ma rispettando i propri limiti.

Mini-sequenza da 15 minuti

Sicuramente è più indicato rivolgersi ad un corso per poter praticare yoga da anziani, soprattutto se senza esperienza, ma ecco una breve sequenza di 15 minuti per trarre i primi benefici:

  • Seduti, respirazione consapevole. Occhi chiusi, mani sulle ginocchia, inspirare profondamente ed espirare lentamente per 5 cicli;
  • Rotazioni delle spalle 10 cerchi in avanti, 10 indietro;
  • Allungamento laterale. Seduti o in piedi con sedia accanto, sollevare un braccio e piegarsi delicatamente di lato. Ripetere da entrambi i lati;
  • Sollevamento gambe. Da seduti, sollevare una gamba alla volta, mantenendo per qualche secondo;
  • Allungamento con cinghia. Seduti, portare la cinghia sotto il piede e allungare la gamba in avanti, senza forzare;
  • Posizione in piedi con appoggio. Mani sullo schienale della sedia, piccoli piegamenti delle ginocchia, respirando con calma;
  • Rilassamento finale. Seduti, occhi chiusi, mani sul cuore, respirare profondamente e sorridere a sé stessi.

 

Domande frequenti

Molte persone si chiedono se possa essere una buona idea praticare yoga da anziani se non si faceva sport precedentemente. La risposta è sì: i benefici dell’attività sono incredibili anche per i principianti, basterà scegliere il corso giusto per sé.

Vi state chiedendo se si possa praticare yoga ogni giorno? Certamente, indipendentemente dall’età esistono piccoli esercizi e sequenze che possono essere praticate a casa in autonomia dopo aver preso confidenza con la pratica.

Un altro quesito comune è come fare quando ci sono problemi con le articolazioni. Nonostante possa sembrare faticoso, i benefici sono ottimali soprattutto per chi soffre di dolori localizzati.

Infine,

Un elemento importantissimo da non sottovalutare è lo stato di  solitudine a cui molti anziani vanno spesso incontro : la pensione, i figli che crescono ed escono di casa, lo stato di minore mobilità e vitalità rischia di farli sentire non più così indispensabili.

Così una  risorsa importante di praticare un corso di yoga per anziani  è sicuramente la condivisione : con l’età molte persone tendono anche a chiudersi intorno ai loro malanni. Praticare yoga in gruppo aiuta a relativizzare arrivando a guardare ai problemi dell’età con una maggiore leggerezza e serenità.

LA VIBRAZIONE VITALE ATTRAVERSO I CHAKRA

DOMENICA 26 OTTOBRE (10.00/12.00)

YOGA TIME Via Grande, 189

 

Per informazioni e prenotazioni: info@yogatime.it – 328.9799061

 

Con Valentina Pallini

 

LA VIBRAZIONE VITALE ATTRAVERSO I CHAKRA

Incontro di approfondimento.
Asana, Mudra e Pranayama per il conseguimento di un equilibrio profondo.

MEDITAZIONI E CHIARIMENTI SUL KARMA

SABATO 8 NOVEMBRE (16.00/19.00)

YOGA TIME MARILIA P.zza 185° Reggimento Artiglieria Folgore, 1

 

Per informazioni e prenotazioni:

info@yogatime.it – 347 5767573

Con la Venerabile ANI CIAMPA TASHI

 

MEDITAZIONI E CHIARIMENTI SUL KARMA

Abbiamo spesso sentito la parola ‘karma’, ma qui in Occidente non abbiamo ben chiaro cosa esso significhi, generalmente comprendiamo una specie di condanna alla sofferenza, ma non sappiamo come intervenire.

In realtà, la parola karma significa ‘azione’, specificatamente vuol dire la ‘conseguenza delle azioni’, ciò significa che l’esperienza di felicità o sofferenza proviene da una maturazione di cause e condizioni prodotte da noi stessi chissà quanto tempo fa.

In questo incontro avremo l’opportunità di chiarire che la comprensione della causa ed effetto delle nostre azioni e su come si possa intervenire, attraverso la pratica della meditazione andremo a scrutare attraverso l’analisi ciò che vive dentro di noi.

Questo è un incontro aperto e rivolto a tutti, sia a coloro che hanno già familiarità con la meditazione, sia a coloro che si stanno avvicinando a questa pratica.

Nell’incontro ci sarà una breve pausa di 15/20 minuti e a seguire, uno spazio dedicato alle domande.