Meditazione e vita – La dimenticanza
Desidero condividere con voi un’esperienza, forse apparentemente curiosa, ma al tempo stesso molto stimolante e di grande riflessione: ultimamente, mi è capitato di incontrare una signora di oltre novant’anni, una signora bella ed elegante, dalla mente lucida e molto vivace. Parlando ha condiviso con me il motivo della sua longevità: la dimenticanza.
La sua dimenticanza non era legata alla smemoratezza o a qualche malattia senile, bensì alla capacità che lei racconta di aver adottato in tutta la sua vita di non attaccarsi alle cose, ma di lasciarle andare. Ho pensato che in qualche modo la signora avesse praticato yoga o meditazione, ma così non era: lei ha scelto di vivere la sua vita con la maggiore leggerezza possibile.
Sebbene il trascorrere del tempo segnasse inevitabilmente la sua persona, ciò che nell’immediato colpiva la mia attenzione era la piacevolezza dei tratti morbidi del suo viso e di quell’incedere di chi porta con sé il bagaglio della propria esistenza, senza però soccombervi. Alla fine emanava una certa luminosità da tutta la sua persona.
Le sue parole mi hanno colpita molto e per tutto il resto della giornata e anche a seguire, hanno risuonato al mio interno come un mantra, come una risvegliata consapevolezza e in qualche modo mi sono trovata a sperimentare il profumo di una maggiore leggerezza.
Il valore della dimenticanza
Del resto, ogni volta che ci permettiamo di lasciare andare qualcosa, creiamo un vuoto, una vacanza al nostro interno: uno spazio disponibile ad essere riempito dalla nostra libertà di pensiero, dalla nostra creatività, per colmare quella distanza che spesso ci separa da noi stessi e sperimentare una gioia semplicemente sopita.
Coltiviamo spesso la convinzione che per sperimentare una certa condizione sia necessario acquisire qualcosa che ancora non possediamo, che per fare spazio alla gioia sia necessario scacciare la tristezza quando l’una esiste solo in relazione all’altra e viceversa. Non esiste dualità: il giorno esiste perchè esiste la notte. È solo la modalità di guardare alle cose che fa la differenza.
Fare vuoto per ascoltare
Nella nostra esistenza è fondamentale un tempo di vacanza. Vacanza come tempo di separazione dalle attività lavorative così indispensabile per rigenerare il corpo e la mente. Ma esiste una vacanza ancora più importante, anche se meno immediata: prendere vacanza da se stessi, prendere vacanza dai pensieri ricorrenti per tornare ad ascoltarci e poter ascoltare l’altro.
Ascoltare è una qualità che possiamo generare solo facendo un vuoto al nostro interno : non siamo più solo noi al centro del mondo, ma la nostra visione diventa espansiva verso tutto ciò che c’è e verso tutto ciò che non è visibile nell’immediato ai nostri occhi.
Nel momento in cui la mente dimentica abbracciamo tutto ciò che esiste. La dimenticanza è una capacità che può essere allenata, nutrita, attraverso il silenzio, grazie alla meditazione, ma anche attraverso piccoli gesti quotidiani di totale presenza.
La dimenticanza ci rende liberi, liberi da ogni paura prima fra tutti quella di esistere.