Come valutare le controindicazioni dello yoga. Gli errori da evitare, le posizioni più indicate | Yoga Time Livorno

Come valutare le controindicazioni dello yoga. Gli errori da evitare, le posizioni più indicate

Come valutare le controindicazioni dello yoga. Gli errori da evitare, le posizioni più indicate.

È bene ricordare che una pratica, se sapientemente condotta da un insegnante esperto ed attento, non dovrebbe comportare alcun tipo di controindicazioni per chi la pratica.

La pratica dello yoga si pone da sempre come obiettivo il benessere delle persone. Tuttavia, come per tutte le attività e le terapie, occorre valutare la presenza nello yoga di controindicazioni, al fine di limitare al massimo gli effetti non desiderati.

In primis non nuocere

Si tratta di un assunto da tenere sempre presente quando rivolgiamo la nostra attenzione alle persone, sia che si tratti di un principiante, che di un praticante più esperto.

Nella strategia dello yoga è importante rispettare l’individualità di ogni persona. Ogni persona non ha solo un corpo, ma una storia personale e un bagaglio fatto di emozioni e di ricordi e resistenze, che si traducono spesso in chiusure e contrazioni strutturali a volte in modo molto profondo.

Allo stesso modo nello yoga le controindicazioni, al di là di quelle più grossolanamente generiche, vanno valutate sulla scorta della struttura della singola persona, in modo da adattare la pratica alle sue specifiche necessità.

Per questo, rispetto alla ginnastica, lo yoga ritiene consigliabile partire il più possibile da un’indagine conoscitiva e visiva da parte dell’insegnante.

Ho sempre pensato che il ruolo di un insegnante sia principalmente quello di accompagnare la persona ad ascoltare il corpo, entrando in contatto con i limiti e le chiusure espresse in modo non conflittuale, ma attraverso una relazione gentile ed amichevole.

Cambiare il modo di relazionarsi col corpo sarà il miglior modo per comprendere nello yoga benefici e controindicazioni.

Posizioni raccomandate e da evitare

Lo yoga ci offre un vasto corollario di asana da insegnare e da praticare.

Nell’immaginario collettivo di molti praticanti, assumere sirsasana – la posizione sulla testa – rappresenta quanto di meglio si possa ottenere dalla pratica. A prescindere da quanto asserito dalle varie correnti di pensiero, alcune delle quali mettono in guardia dalle controindicazioni di questa posizione, è bene ricordare che la posizione sulla testa, insieme alle posizioni di equilibrio più complesse, non sono certamente fra quelle più indicate da proporre a dei principianti e per i quali esistono delle asana intermedie in grado di apportare gli stessi benefici.

Allo stesso tempo anche assumere posizioni apparentemente più semplici, ma non sufficientemente preparate e adeguatamente controbilanciate sono da considerare errori fondamentali da evitare.

Solo a titolo di esempio, prendere una posizione come halasana – aratro- senza una attenta preparazione del tratto cervicale può rappresentare una superficialità nella dinamica della pratica che può dare luogo a non pochi problemi.

Anche l’esecuzione di alcuni esercizi di pranayama andrà correttamente modulata in modo da non provocare effetti e sensazioni sgradevoli quali ad esempio una eccessiva iperventilazione.

Mezzi di regolazione interni ed esterni

Sthira sukha asanam: solo quando una posizione viene mantenuta in modo stabile e comodo sarà possibile rivolgere l’attenzione all’interno. Ascoltare il corpo, acquietando la mente ci rende attenti alle sue necessità reali mettendoci così al riparo anche da eventuali infortuni.

Il praticante, dietro il suggerimento opportuno dell’insegnante, potrà far uso di strumenti e di piccoli accorgimenti allo scopo di assumere le posizioni senza sforzo e di poterle poi mantenere in modo assolutamente confortevole.

Fra i mezzi regolatori esterni si raccomanda l’uso di blocchi, cinghie e cuscini.

Alcune posizioni come marjariasana o posizione del gatto – può avere come controindicazione nelle persone meno esperte la dolenzia dell’articolazione dei polsi, causa di una distribuzione eccessiva del peso sulle mani: il suggerimento di piegare i gomiti per portare gli avambracci a terra rappresenta un mezzo di regolazione interno per ottimizzare piacevolmente l’esecuzione del movimento.

Controindicazioni yoga in gravidanza

Un’attenta valutazione nello yoga delle controindicazioni deve essere esercitata e approfondita soprattutto in alcuni tipologie di pratica, come ad esempio lo yoga in gravidanza.

In questo caso affidarsi alle indicazioni di un insegnante preferibilmente formata con apposito percorso sulle tecniche di yoga prenatale, è un aspetto sicuramente importante legato alla necessità di suggerire le posizioni più indicate e soprattutto di renderle progressivamente adattabili alle varie fasi della gestazione.